REGGIO EMILIA – Forse complice il lockdown, con molte famiglie costrette a rimanere in casa e dedicarsi anche alla cucina, il Parmigiano Reggiano nella prima metà del 2020 ha visto schizzare le proprie vendite.
In Italia il re dei formaggi ha fatto segnare un +6,1%. Il risultato più significativo per il periodo gennaio-giugno arriva però dal mercato estero: l’export è a +12% rispetto al 2019, con la Germania che diventa il primo Paese importatore del nostro formaggio superando la Francia. I dazi, solo paventati e mai applicati di Trump hanno spinto gli importatori statunitensi a fare scorte di formaggio e così è andato bene pure il mercato canadese. La Cina, storica meta sempre ricercata dai nostri produttori, ha fatto registrare un balzo del 37% sulle vendite.
Nel complesso, il mercato cinese non rappresenta ancora una delle piazze maggiori ma in prospettiva il paese del dragone potrebbe diventare leader nel consumo del Parmigiano Reggiano così come i Paesi del golfo dove si registra un aumento del 50% delle vendite. All’estero cercano soprattutto grattugiato e porzionato, mentre diminuisce l’acquisto della forma intera.
A fronte di questo balzo nelle vendite, non si registra ancora un conseguente aumento dei prezzi che restano bassi. “Il consorzio – ha ricordato il presidente Nicola Bertinelli – sta lavorando per ridurre il numero di forme di circolazione in modo da alzare i prezzi e riportarli a livelli che consentano ai produttori di tornare a guadagni giusti. Nel prossimo triennio si produrrà meno formaggio per favorire un innalzamento dei valori”.
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