BOLOGNA – Studiare solo a casa “è difficile, se non impossibile, per una enormità di ragazzi. E fornire i computer non risolve il problema”. A lanciare l’allarme è Stefano Versari, direttore dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna, nel corso di un’audizione questa mattina in commissione Cultura alla Camera. “Mi pare non sia stato compreso a livello politico complessivo il problema della povertà educativa – bacchetta Versari – in Emilia-Romagna abbiamo 30mila studenti, su un totale di 600mila, che accedono ai contributi per il diritto lo studio”. Tutto sommato, afferma il direttore Usr, “è un numero abbastanza contenuto”. Per Versari occorre “prendere consapevolezza” del fatto che la difficoltà della didattica a distanza è legata “anche alle condizioni familiari a casa”. Gli studenti che hanno un’alta difficoltà per il contesto casalingo in Emilia-Romagna sono almeno 100mila. “Ed è una stima prudenziale”. Sulla base di questo indicatore, il direttore dell’Usr esorta quindi a “ragionare sul fatto che non è sufficiente fornire un device” per la didattica a distanza. Non solo. Secondo Versari è anche “un errore donare pc e tablet alle famiglie in condizioni di povertà, perchè li rivendono. E’ meglio puntare sul comodato d’uso gratuito, che impegna le famiglie”.
Versari: “La didattica a distanza un grave danno per molti ragazzi”
11 novembre 2020
Per il direttore dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna occorre “prendere consapevolezza” del fatto che la difficoltà è legata “anche alle condizioni familiari a casa”
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