REGGIO EMILIA – Valentina Rubertelli, prima donna presidente del Consiglio nazionale del Notariato: un fatto epocale. Ci inorgoglisce molto che una reggiana abbia conseguito questo traguardo. Ti senti erede di un modo di vivere la propria condizione di genere che caratterizza le emiliane, donne che si sono conquistate spazio nella società dal dopoguerra ad oggi?
“Sono di origine napoletana, ma felice di aver scelto di lavorare in una regione come l’Emilia Romagna che si pone sempre all’avanguardia sul fronte dei diritti e delle battaglie civili. Nei decenni sono stati compiuti molti passi in avanti, ma resta ancora da rompere quel tetto di cristallo che impedisce tuttora alle donne di occupare ruoli apicali negli organi decisionali e di rappresentanza del nostro Paese. Il Notariato nel corso degli anni ha avuto una componente femminile in costante crescita e la mia elezione a Presidente dimostra la progressiva valorizzazione del ruolo delle donne; inoltre mi piace pensare che anche il Notariato stia dimostrando di essersi inserito in un processo irreversibile di Empowerment femminile ormai innescato a livello globale”.
La prima notaia fu nel 1928, la dottoressa Resignani, appena ventisettenne, che prese possesso della sede di San Germano Vercellese (Novara); in realtà però fu Adele Pertici, che chiese per prima di essere ammessa all’Albo dei praticanti Notai di Roma. Fino a quel giorno, il 15 novembre del 1913, un notaio “in gonnella” non si era mai visto, ma i notai romani furono di larghe vedute e nel gennaio dell’anno successivo accettarono la candidatura di Adele Pertici. Il procuratore del Re però ne chiese e ottenne la revoca dal Tribunale di Roma, che fu lapidario nell’affermare che alle donne era vietato l’esercizio di un pubblico ufficio. Oggi la situazione è mutata, a Reggio Emilia abbiamo da due mandati una presidente donna, Maura Manghi, ci puoi dire com’è la situazione nazionale?
“Per prima cosa dobbiamo superare uno stereotipo: la professione notarile non è a prevalenza maschile. Innanzitutto le donne accedono formalmente alla professione notarile già nel 1928, con diversi anni di anticipo rispetto alla prima donna magistrato del 1965.
Ad oggi dati dimostrano che il 50% dei vincitori di concorso è donna, così come il 37,2% dei notai in esercizio, percentuale che arriva al 47% fra gli under 40. E parliamo di una categoria che da sempre, grazie a un concorso pubblico gestito dal Ministero della Giustizia, garantisce il libero accesso a chiunque smentendo il falso luogo comune dei notai figli di notai avendo la percentuale più bassa tra le categorie professionali: il 18,5%.
A livello di ‘politica di categoria’ sicuramente gli ostacoli sono maggiori come in tutti gli organi rappresentativi, anche se abbiamo qui a Reggio Emilia un ottimo esempio di presidenza al femminile. A livello nazionale, è vero, sono stata la prima ma sicuramente non sarò l’ultima”.
Se si legge la tua biografia professionale, emerge un mix di competenza e passione, anche rivolta alla formazione. Ci racconti come è nata la tua scelta professionale?
“La mia scelta professionale in realtà è nata un po’ per caso: il mio compagno di studi storico, con cui ho condiviso tutto il percorso universitario, mi convinse a intraprendere il faticoso percorso per la preparazione del concorso di notaio e, nonostante non avessi alcun notaio in famiglia, mi lasciai trascinare in questa ‘avventura’ anche soltanto per sfidare me stessa e misurarmi con uno dei concorsi notoriamente più complessi nel panorama del post laurea in giurisprudenza. Avendo studiato le lingue, da ragazza, invero ero tentata anche dal concorso in diplomazia (strada verso la quale mi spingeva il padre del mio compagno di studi, professore di diritto internazionale), ma, a quell’età (avevo 22 anni) non mi sentii pronta ad immaginarmi in giro per il mondo e senza una ‘fissa dimora’”.
Nella tradizione filmica, quando appare un notaio di solito è un augusto signore, magari barbuto. E’ chiaro che gli stereotipi persistono anche quando la realtà è cambiata. Hai mai notato pregiudizi verso il tuo pubblico ufficio, in quanto esercitato da una donna?
“Lo stereotipo del notaio anziano e barbuto è ormai superato da tempo. È molto più probabile imbattersi in un notaio giovane, tecnologicamente preparato che lavori in modalità paperless.
Sul fronte dei pregiudizi verso la figura femminile posso dire che nella mia esperienza quotidiana nel mio studio non ho mai avuto questa percezione. Anzi, sono convinta che essere donna aiuti.
La nostra professione è infatti una di quelle che, come il medico, ti porta a diventare una sorta di confessore per il tuo cliente: la prima e più importante componente di un notaio è quella di saper ascoltare. Si tratta dell’attività di indagine della volontà della parte, la principale funzione del notaio che consiste nell’interpretare le esigenze del cliente e trasformarle in atti giuridici secondo le norme di legge. Pensate alla decisione di cosa lasciare in eredità ed a chi; cosa donare ed a chi; quando si compra la casa a chi intestarla e perché; e così via. In questo, noi donne abbiamo una marcia in più, un ‘atout’: siamo più empatiche… ed è questa la grande soddisfazione che vivo quotidianamente nell’esercizio della mia professione. Saper dare il giusto ascolto, il giusto consiglio e poi a distanza di anni incontrare di nuovo quel cliente che torna da me perché dice ‘mi sono trovato bene, mi sono sentito capito'”.
Guardando il tuo sito web si impara che hai uno staff tutto al femminile ed emerge dall’impostazione la volontà di mettere a disposizione la competenza notarile anche come servizio alla collettività. Pensi che esistano differenze nello svolgimento del ruolo dipendenti dalla appartenenza di genere?
“Il notaio è un servizio per la collettività. La funzione notarile è quella di garantire i diritti dai cittadini, offrire loro tutela, soprattutto ai soggetti più deboli.
Per quanto riguarda i dipendenti, non ritengo ci siano differenze basate sull’appartenenza di genere, ma, inevitabilmente, per tradizione, il ruolo di segretaria o collaboratrice di studio professionale è sempre stato declinato al femminile anche per una maggior abitudine ad un approccio alla clientela all’insegna del garbo e della disponibilità all’ascolto”.
Come sai l’Italia è un Paese nel quale la transizione verso la parità di genere è ancora assolutamente incompiuta, tanto che nel recente discorso di Presidente del Consiglio Draghi si fa un esplicito riferimento alla necessità di colmarlo non solo nell’interesse della parte maggioritaria del suo popolo, che è costituita da donne, ma per il bene complessivo del Paese. Il pay gender gap è una delle manifestazioni dello squilibrio di genere a svantaggio delle donne; nella professione notarile avete analizzato se esiste questa situazione? Il tuo impegno come presidente avrà uno sguardo attento anche a questo?
“Ho molto apprezzato il discorso del Presidente del Consiglio perché ha ricordato che la vera parità di genere si basa sulla parità di condizioni competitive tra i generi e non semplicemente sul rispetto delle quote rosa. Personalmente ho dedicato alla carriera le stesse energie dei miei colleghi uomini e ritengo che sarebbe giusto che questo fosse possibile per tutte le donne superando la gravosa scelta tra famiglia o lavoro.
Nella mia carriera ho partecipato a diversi tavoli di lavoro istituzionali per promuovere la parità di genere e le quote rosa nelle sedi di potere, perché nonostante ritenga che la legge sulle quote rosa non sia una soluzione al problema sicuramente ha aiutato a scardinare il sistema. Dobbiamo continuare a lavorare in questo senso.
Nello specifico in realtà, la professione notarile attenua il problema del “pay gender gap”. I notai infatti svolgono una funzione pubblica delegata dallo Stato, il che implica che il loro successo professionale possa dipendere, in parte, anche dalla sede cui vengono assegnati dal ministero della Giustizia, essendovi, come per i giudici, una organizzazione volta a garantire assistenza a tutto il territorio nazionale, anche il più disagiato”.
Natalia Maramotti
Chi è Valentina Rubertelli
Valentina Rubertelli nasce a Napoli il 10 maggio 1968. Figlia di padre anestesista e di madre insegnante di lingua francese, non è figlia d’arte, pertanto rientra in quell’83% di Notai che non risultano, a dispetto delle dicerie populiste, figli di Notaio. Frequenta le elementari presso l’Istituto Francese di Napoli “Grenoble” dove acquisisce una conoscenza del francese come madre lingua, prosegue, tra l’altro, con un Liceo Scientifico, consegue il diploma Proficiency di lingua inglese presso il British Council di Napoli per poi iscriversi alla Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli e laurearsi nel 1990, in tre anni ed una sessione, con 110 e lode e plauso della commissione; consegue il diploma di specializzazione post laurea in Diritto Civile e, all’età di 26 anni supera il concorso di Notaio conseguendo il 10° posto nella graduatoria nazionale di quel bando. Si iscrive a Ruolo presso la sede di Reggio Emilia nell’aprile del 1996 ed apre un ufficio secondario prima a Sant’Ilario d’Enza, poi a Cavriago. Nel 2008, insieme ad altri colleghi tutti accomunati dalla formazione giuridica partenopea, fonda la Scuola di Notariato denominata “Notares” e tiene corsi di tecnica contrattuale e di simulazione di prove tipicamente concorsuali. È delegato del proprio consiglio notarile presso il Comitato Regionale dell’Emilia Romagna sin dai primi anni di attività, approdando alla carica di Segretario nell’anno 2010. Dal 2011, ricopre la carica di Presidente della Associazione Esecuzioni Immobiliari presso il Tribunale di Reggio Emilia. Dal 2010, è membro della Commissione Conciliazione presso l’Ufficio Studi del Consiglio Nazionale del Notariato e, con essa, ha partecipato alla redazione del Manuale della Conciliazione edito dalla ESI, del quale ha redatto la parte dedicata alla tecnica redazionale dell’accordo di conciliazione, quando destinato alla trascrizione nei Registri Immobiliari. È, infine membro del Gruppo Comunicazione presso il Consiglio Nazionale del Notariato, per conto del quale risponde ai numerosi quesiti pubblicati su quotidiani di informazione via web, a nome del Consiglio Nazionale del Notariato. Partecipa presso il consiglio nazionale al gruppo redazionale delle Guide al Cittadino. Ha tenuto, negli ultimi tre anni, diversi Convegni in materia civile nonché, naturalmente, sul tema della conciliazione. È diventata, anche per coerenza, conciliatore professionista nell’anno 2011 ed ha superato la selezione per essere iscritta, come conciliatore, nell’Organismo istituito presso le Camere Arbitrarli di Reggio Emilia e Parma. Il 27 febbraio 2016 è stata eletta Consigliere Nazionale del Notariato per la regione Emilia Romagna con 250 voti su 350.