BOLOGNA – 20mila postazioni informatiche in Emilia-Romagna per assistere più rapidamente e a domicilio i pazienti. Un servizio apprezzato soprattutto “dai più giovani, da chi vive fuori dai centri abitati e da chi soffre di patologie croniche”, secondo l’assessore Donini. Previsto, inoltre, un coinvolgimento di 1 milione e 200 mila pazienti sul territorio regionale.
Con pochi click i medici saranno in grado di accedere ai dati sanitari dei propri pazienti, come la pressione o la glicemia nel sangue, e di modificare o confermare le terapie che i loro assistiti stanno seguendo. Tutto questo grazie alla telemedicina, un sistema di cure a distanza su cui la Regione Emilia-romagna sta investendo ultimamente. Infatti, grazie al modello organizzativo per l’implementazione dei servizi di telemedicina approvato in questi giorni dalla Giunta, verranno allestite 20mila postazioni informatiche con uno scopo ben preciso, ovvero permettere alle persone di mantenere monitorata la propria condizione di salute direttamente da casa. 20mila postazioni che saranno così distribuite: 5.000 verranno assegnate alle Case di Comunità, 100 alle centrali operative territoriali, altre 100 alle ex guardie mediche, 1.000 saranno a disposizione dell’assistenza domiciliare integrata, 300 destinate alla rete delle cure palliative, altre 10.500 agli ambulatori e le ultime 3.000 ad altre strutture territoriali. Nello specifico, il modello approvato dalla giunta fa riferimento a quattro servizi: la televisita, il teleconsulto, la teleconsulenza medico-sanitaria, la teleassistenza e il telemonitoraggio. L’obiettivo della Regione per il telemonitoraggio rimane quello di coinvolgere circa 12mila pazienti a elevata complessità e fabbisogno assistenziale. Anche se è possibile che televisite e teleconsulti coinvolgano fino a 1 milione e 200mila persone, cioè tutti i cittadini che soffrono di almeno una patologia cronica.
Telemedicina, 20mila postazioni in Emilia-Romagna. VIDEO
28 giugno 2023Con pochi click i medici saranno in grado di accedere ai dati sanitari dei propri pazienti, come la pressione o la glicemia nel sangue, e di modificare o confermare le terapie che i loro assistiti stanno seguendo