REGGIO EMILIA – Lo sport non è più per tutti. Dal 10 gennaio il green pass rafforzato – il cosiddetto Super Green Pass, ovvero solo quello per vaccinati e guariti – è diventato obbligatorio anche per praticare molte attività sportive. Per esempio è indispensabile per frequentare piscine, palestre, centri sportivi e spogliatoi. Non basta più il test di negatività al tampone effettuato nelle ultime 48 ore, se antigenico, o 72 ore, se molecolare, prima di entrare nell’impianto. Dall’obbligo sono esclusi solo i minori di 12 anni e i soggetti esentati dalla campagna vaccinale.
Quindi i non vaccinati dal 10 gennaio non possono più praticare sport di squadra anche all’aperto, tipo calcio, rugby, pallacanestro, pallavolo e pallamano, ma neanche nuoto, fitness e sport di contatto al chiuso.
Non si fa differenza tra agonisti e amatori, seniores o giovanili. L’alternativa per chi, adulto o minorenne, ha praticato questi sport fino al 10 gennaio senza avere il green pass rafforzato ora è semplice: o ti adegui o rinunci.
Per sport individuali come atletica, ciclismo, tennis e sport equestri invece non è richiesta la certificazione verde rafforzata che però le nuove regole impongono per l’utilizzo degli spogliatoi e delle docce.
C’è chi ha deciso di vaccinarsi, ma il rischio è soprattutto a livello giovanile, dove si rischiano di perdere per strada tanti ragazzi tra i 12 e i 18 anni che non vorrebbero rinunciare al proprio amato sport ma che i genitori non vogliono vaccinare. Lo sport a livello giovanile ha un grandissimo valore sociale e spesso integra o addirittura sostituisce quelle incombenze che spetterebbero all’amministrazione. Quali alternative verranno offerte ai giovani che non potranno più fare sport e come inciderà questa normativa sull’attività svolta dalle tante società sportive del territorio?
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