REGGIO EMILIA – Su una cosa le due cordate sono d’accordo: l’attività produttiva non può continuare nello stabilimento di Rivaltella. Perché? Nel piano del gruppo Pini di Sondrio si legge che “lo stabilimento è sostanzialmente quello degli anni Ottanta ed è ormai obsoleto, tanto che non è omologato per l’esportazione in molti Paesi”. Per di più, l’azienda vi opera in affitto. L’immobile è infatti di proprietà della Società Agricola Ferrarini, che resterà sotto il controllo della famiglia e che ha deciso di venderlo per pagare una parte degli oltre 200 milioni di debiti.
Per questo il gruppo Pini prevede, nel suo piano, di realizzare “un nuovo stabilimento destinato alla produzione di prosciutto cotto nelle vicinanze di Rivaltella”. Dove? L’idea è quella di ampliare la piattaforma logistica di Ferrarini che si trova lungo la Statale 63, di fronte alla vasca di Corbelli.
Da parte sua il gruppo modenese Bonterre propone invece di ampliare lo stabilimento di cui dispone in via Due Canali, dove già si producono prosciutti cotti. In Comune a Reggio Emilia per ora è arrivata una sola richiesta, firmata Bonterre, basata su una potenzialità edificatoria residua in via Due Canali di 6mila metri quadrati. Le due opzioni viaggiano su percorsi diversi.
La costruzione di un nuovo stabilimento a Rivaltella da parte del gruppo Pini, per i vincoli paesaggistici sull’area, richiederebbe una procedura lunga e complessa, una variante che dovrebbe essere approvata anche dalla Provincia e dalla Regione. Bonterre invece può ampliare lo stabilimento di San Prospero anche subito, con un intervento edilizio diretto che il Comune è tenuto ad autorizzare entro 30 giorni.
La differenza non è soltanto sul medio-lungo periodo. Se l’attuale cottificio di Rivaltella fosse bloccato per difetto di conformità, Bonterre potrebbe impiegare subito i lavoratori in via Due Canali, mentre a Pini non resterebbe che far cessare la produzione e trasferirla fuori Reggio.
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