ROMA – A scatenare le piogge che in questi giorni stanno portando molti fiumi a superare il livello di guardia e a esondare c’è un indebolimento del vortice polare, l’area di bassa pressione che si trova sull’Artico – staziona in quota in modo semi-permanente sopra il polo nord – e uno dei più importanti regolatori del clima nell’emisfero Nord.
Una situazione che sembra destinata a durare ancora fino a metà dicembre, ha osservato la climatologa Marina Baldi, dell’istituto per la Bioeconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ibe). “Meteorologicamente, dal primo dicembre ci troviamo nella stagione invernale, con le perturbazioni tipiche di questo periodo, sebbene negli ultimi anni non si siano viste con questa frequenza”, ha osservato. A rendere particolare la situazione di questi giorni “è stato l’indebolimento del vortice polare, che ha permesso l’ingresso di aria fredda e instabile. Si è formata così una vasta area di bassa pressione nel Centro e Sud Europa, mentre l’alta pressione prevale sulla penisola scandinava e l’Europa del Nord-Est”.
E’ quindi la bassa pressione a portare sull’Italia tempo perturbato. “Fortunatamente, non ha portato temperature molto basse mentre le precipitazioni sono abbondanti in tutto il Paese e stanno causando esondazioni”, ha detto ancora l’esperta. “La situazione – ha aggiunto – è destinata a peggiorare per l’8 dicembre, quando si prevede un altro impulso di aria perturbata, con nevicate abbondanti”. La tendenza al momento indica che “il vortice polare sia destinato a durare ancora una o due settimane e che verso il 14 dicembre situazione potrebbe essere meno perturbata, anche le precipitazioni dovrebbero tornare nella norma”, ha detto ancora Baldi.