REGGIO EMILIA – Il 2021 è stato un anno di svolta per i servizi pubblici a Reggio e in Emilia-Romagna. Nell’arco di pochi mesi sono state messe a gara concessioni ormai scadute da lungo tempo, ma che continuavano ad essere gestite dagli stessi operatori in regime di proroga.
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Per avere un’idea degli interessi in ballo, basti dire che le 5 gare indette da Atersir – l’Agenzia regionale per i servizi idrici e i rifiuti – sono state aggiudicate per un importo complessivo che sfiora i 5,5 miliardi di euro. Sono stati assegnati i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti nelle province di Modena, Parma, Bologna e Piacenza e il servizio idrico per la provincia di Rimini. Le gare di Parma e Piacenza sono state vinte da Iren, quelle di Modena, Bologna e Rimini da Hera.
Reggio non è fuori da questo processo. E’ in dirittura d’arrivo la gara per il servizio idrico, un appalto da 1,5 miliardi in 20 anni, e c’è una preaggiudicazione a favore di Iren. Ed è imminente, sempre da parte di Atersir, un nuovo affidamento a Sabar del servizio rifiuti in 8 Comuni nella Bassa.
Si fanno le gare, ma vincono i gestori uscenti. Dunque non cambia niente? Per Vito Belladonna, direttore di Atersir, le cose non stanno così. Le aggiudicazioni di Iren e Hera, dice, sono la conferma della qualità del servizio offerto. Ma soprattutto le gare hanno costretto i gestori uscenti a confrontarsi con la concorrenza. A Piacenza Iren ha vinto l’appalto per i rifiuti con uno sconto di 24 milioni sulla base d’asta, a Parma il ribasso è stato addirittura di 35.
Reggio e Rimini a parte, invece, gare rimandate per la gestione del servizio idrico nelle altre province. La Regione ha prorogato fino al 2027 le concessioni, giudicando le procedure di gara incompatibili con la necessità di rispettare i tempi fissati dall’Unione Europea per l’utilizzo delle ingenti risorse messe a disposizione dal Pnrr per la realizzazione di investimenti straordinari sulla rete idrica.