REGGIO EMILIA – “E’ stato un anno a due velocità. E’ partito bene dal punto di vista dei consumi, almeno per la grande distribuzione, e poi c’è stato un forte rallentamento negli ultimi mesi. Complessivamente è stato un anno in cui la domanda interna e i consumi non sono cresciuti”.
Il presidente di Coop Italia Marco Pedroni traccia un bilancio del 2021 in cui gli elementi di preoccupazione prevalgono su quelli di soddisfazione, soprattutto guardando in prospettiva. Tanto per cominciare, si è allargata la forbice tra chi sta meglio e chi sta peggio e la spesa dei consumatori lo dimostra. Crescono le disuguaglianze. Ma il fenomeno più dirompente, spiega Pedroni, è l’aumento dei prezzi: pasta, prodotti da forno, latticini, prodotti per l’igiene personale e della casa. Una spirale inflazionistica che non si è ancora manifestata in pieno e in cui si sommano aumenti delle materie prime, difficoltà di reperimento, casi di accaparramento, boom dei costi energetici e di trasporto e speculazione. Il risultato è che in Coop arrivano listini dei produttori con aumenti fra il 15 e il 30%.
“Se trasferissimo tutto questo alle famiglie, una famiglia in un anno avrebbe solo per le spese alimentari almeno 500 euro di costi in più”, sottolinea Pedroni.
Si rischia una stangata superiore a quella delle bollette di gas ed energia elettrica, avverte il presidente di Coop Italia. Anche perché la fiammata inflazionistica non si esaurirà nell’arco di pochi mesi. “Sarà abbastanza lunga questa situazione, perché siamo di fronte a fenomeni strutturali, non solo legati a una contingenza congiunturale”.
Secondo Pedroni, se ne uscirà solo se tutti i protagonisti della filiera – grande distribuzione, produttori e soprattutto industria di trasformazione – accetteranno di comprimere i propri margini. Ma è necessario anche un intervento del Governo, magari attraverso una riduzione dell’Iva.
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