REGGIO EMILIA – “Dopo una leggera febbre nostro figlio ha iniziato a stare male, mal di testa a cui si è aggiunto un forte mal di pancia. Lo abbiamo portato all’Ospedale di Reggio dove la pediatra che lo ha visitato ha avuto il sospetto che si trattasse di un problema neurologico ed ha avviato tutti gli accertamenti del caso”. E’ il racconto dei giorni difficili che hanno vissuto Francesca ed Enrico, genitori di un tredicenne colpito da una rara forma di encefalite, curata grazie ad una diagnosi tempestiva del Santa Maria Nuova e una altrettanto veloce presa in carico della Terapia intensiva pediatrica e del Centro trasfusionale dell’Ospedale Maggiore.
“Avuta la conferma che si trattava di una encefalite autoimmune – continua la mamma – i medici del Santa Maria Nuova hanno avviato una terapia a largo spettro che tuttavia non ha portato i miglioramenti sperati. Ci hanno quindi proposto di sottoporre nostro figlio a plasmaferesi nei due centri in regione che la praticano in pazienti pediatrici, ovvero i Centri trasfusionali di Parma e di Bologna”.
Non c’era un minuto da perdere e quando la Terapia intensiva pediatrica del Maggiore di Parma ha messo a disposizione un posto letto il ragazzo è stato trasferito in urgenza.
“Al suo arrivo presentava un quadro clinico di grave deficit motorio e cognitivo – spiega Clelia Zanaboni responsabile della Terapia Intensiva Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma – era in stato di incoscienza, non parlava, non si muoveva”.
“Dovevamo intervenire subito – spiega Maurizio Soli direttore di Immunoematologia e trasfusionale del Maggiore -. Abbiamo eseguito una plasmaferesi seguita da altre due urgenti nei giorni successivi continuando a giorni alterni. La plasmaferesi, ovvero il ricambio di plasma del sangue ha l’obiettivo di eliminare gli anticorpi probabili causa della patologia, impedendo loro di riprodursi o attaccare l’organismo. E in meno di una settimana abbiamo assistito ad un recupero veloce della quasi totalità delle condizioni generali: adesso il ragazzo parla, comprende, sorride, ha recuperato la memoria. In tempi veramente inattesi rispetto a patologie di questo tipo”.
La soddisfazione è palese sui volti dei sanitari che lo hanno preso in cura, oltre ai dottori Maurizio Soli e Clelia Zanaboni, la pediatra Deolmi e le neuropsichiatre Benedetta Piccolo ed Emanuela Turco della Clinica pediatrica diretta da Susanna Esposito.
Così come si allarga il sorriso sui volti dei genitori. “Sono degli angeli – dice la mamma rivolta al personale -. Per le cure che stanno prestando a nostro figlio che migliora ogni giorno, ma anche per la disponibilità e le attenzioni che abbiamo incontrato. Anche nel momento più difficile, quando era ricoverato in Terapia intensiva, ci siamo sentiti in mani sicure. Il mio grazie anche alla pediatra e al neurologo dell’Ospedale di Reggio che hanno subito capito la patologia e coinvolto Parma per una terapia più mirata”.