BOLOGNA – I cittadini stranieri residenti in Emilia Romagna sono in flessione, seppur di poche decine di unità, rispetto all’anno precedente. Rallenta la crescita, ma si tratta comunque dell’incidenza più alta fra le regioni italiane.
A dirlo è il Dossier statistico immigrazione Idos-Confronti, presentato a Bologna per l’Emilia Romagna. Scorporando i dati a livello provinciale: i cittadini non Ue, da soli, rappresentano il 9,3% della popolazione emiliano-romagnola. Piacenza ha l’incidenza più alta con il 14,6% seguita Parma del 14,3%, Modena del 13% e Reggio Emilia che è poco sopra il 12%. Sotto la media regionale Bologna. In controtendenza, invece, gli iscritti alle scuole della regione degli alunni stranieri erano il 17,1% del totale nel 2019/2020 (contro il 16,4% dell’anno prima).
I bambini stranieri nati nel 2020 in Emilia-Romagna sono stati un quarto del totale dei nati nell’anno (in Italia il 15%). Se restano stabili gli occupati, crescono invece le imprese condotte da stranieri il 12,5% del totale con un incremento di oltre due punti percentuali. Le donne straniere occupate, invece diminuiscono da 122.867 a 115.952.
La comunità più rappresentata è quella romena, che raccoglie il 17,6% del totale dei cittadini stranieri. Sul versante delle rimesse, dopo anni di stazionarietà, i dati della Banca d’Italia indicano un aumento del flusso di denaro inviato nei Paesi di origine dei migranti: da 568 a 706 milioni, con un aumento del 24,3% rispetto al 2019.
Emilia Romagna immigrazione dossier migranti