PARMA – Cinque anni e 9 mesi ad Antonio Vetere, 6 anni e 3 mesi al fratello Marcello, 4 anni all’avvocato Antonio Dimichele, sospeso per un anno e mezzo dall’esercizio della professione forense. Sono le condanne, in primo grado, emesse dal tribunale di Parma per i tre imputati nel processo Aqualena.
Antonio e Marcello Vetere, 68 e 56 anni, sono imprenditori di origini cutresi residenti a Cadé. Il giudice Simone Devoto Medioli ha ritenuto i due fratelli colpevoli di associazione a delinquere e bancarotta. Il legale parmigiano invece di concorso esterno ad associazione per delinquere, oltre che di ricettazione e distrazione di alcuni beni. Il pubblico ministero Paola Dal Monte aveva chiesto 8 anni per entrambi i fratelli e 6 anni e 10 mesi per il legale parmigiano.
L’inchiesta scaturì da accertamenti fiscali avviati nel 2015 e ha riguardato la gestione dell’impianto sportivo Aqualena di via Ximenes a Parma, da 7 anni sotto sequestro giudiziario e ora messo all’asta. Secondo le indagini, era gestito attraverso una serie di società che si sono rivelate scatole vuote intestate a prestanome al fine di evadere il fisco per un ammontare di circa 11 milioni di euro. I fratelli Vetere erano stati arrestati nell’ottobre del 2022. Nell’operazione erano state indagate complessivamente 19 persone, tra cui 10 reggiani, ed erano stati posti sotto sequestro 45 immobili tra Reggio Emilia e Parma e quasi 5 milioni di euro. Antonio e Marcello Vetere sono difesi dagli avvocati reggiani Enrico Della Capanna e Oliviero Mazza che molto probabilmente faranno ricorso in appello.
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