REGGIO EMILIA – L’ultimo dato disponibile è quello di lunedì 2 marzo: sul mercato di Milano il prezzo all’ingrosso del Parmigiano Reggiano 12 mesi oscillava tra 8,10 e 8,55 euro al kg, in calo ulteriore rispetto alla media del mese di febbraio attestata sugli 8,72.
Nel febbraio 2019 il prezzo era di 10 euro e 93 centesimi al kg: in un anno il calo è stato di 2 euro e 21 centesimi poco più del 20%. Si è tornati, insomma, intorno alle quotazioni del novembre 2016, nel frattempo però gli allevatori e i caseifici che hanno goduto negli ultimi anni del costante aumento dei prezzi, hanno anche sostenuto considerevoli investimenti nelle stalle, negli impianti di lavorazione e nei magazzini di stagionatura.
La produzione è così passata da 3.469.865 forme del 2016 a 3.754.193 forme del 2019: 284.328 forme in più. E’ una tendenza che continua basti pensare che nel gennaio 2020 si sono prodotte 15mila forme in più rispetto al gennaio 2019. Molti attribuiscono a questa crescita il calo dei prezzi, altri considerano l’effetto della congiuntura internazionale, altri ancora pensano al calo del mercato interno nella grande distribuzione, altri ancora denunciano speculazioni nella filiera della commercializzazione e infine si fa riferimento alla ciclicità tipica del mercato del parmigiano reggiano: l’ultimo picco fu tra il 2011 e il 2012 cui seguì un calo ancor più profondo dell’attuale tra 2015 e 2016.
Resta il fatto che da agosto scorso è iniziato un calo che non sembra al momento avere fine e la preoccupazione è tanta. C’è poi un ulteriore dato che interroga e preoccupa: il grana padano con stagionatura nove mesi ha avuto a febbraio una quotazione media di 7,10 euro contro i 7,88 del febbraio 2019. Insomma, il grana padano cala molto meno, tanto che la forbice tra i prezzi dei due formaggi, che un anno fa era di 3,05 euro è ora ridotta a 1,62.
Paolo Borciani
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