ROMA – L’ultima novità della riforma delle pensioni riguarda chi decide di restare al lavoro una volta raggiunti i requisiti di pensionamento. Da quest’anno sarà previsto un bonus, cioè una de-contribuzione del 10% del proprio stipendio, che porterà quindi a un aumento della retribuzione netta. Nel dettaglio, invariata la pensione di vecchiaia: con 67 anni e un minimo di 20 anni di contributi. Resta la cosidetta pensione anticipata: con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, a prescindere dall’età. Prorogata per un altro anno l’Ape Social, l’assegno di accompagnamento alla pensione di vecchiaia per alcune categorie di lavoratori (disoccupati, invalidi, caregivers, mansioni gravose) a 63 anni con 30 o 36 anni di contributi, a seconda dei casi. Poi Quota 103 voluta dal nuovo governo, con almeno 62 anni di età e 41 di contributi. Con Opzione Donna le sole lavoratrici posso ritirarsi dal lavoro accettando un calcolo contributivo della rendita previdenziale, quindi più basso, con alcune modifiche per chi ha figli. Queste ultime potrebbero andare in pensione a 58 anni con due figli o più, 59 con un figlio.
Infine per chi compie lavori definiti “gravosi”: pensione di vecchiaia con 66 anni e 7 mesi di età; lavori usuranti: con almeno 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi.
Pensioni 2023, dal bonus per chi resta al lavoro a Quota 103. VIDEO
8 gennaio 2023Novità e conferme per quanto riguarda le agevolazioni per chi può e vuole anticipare. Modifiche per Opzione donna