REGGIO EMILIA – La rivoluzione per salvaguardare la Dop è ormai realtà. Si avvia a conclusione infatti il percorso che ha intrapreso il Consorzio del Parmigiano Reggiano e che porterà allo stop della produzione, per i consorziati, di qualsiasi formaggio “comparabile o confondibile”.
Domani all’auditorium Gabbi di Parma è in programma l’assemblea generale ordinaria e straordinaria, dove la proposta di modifica dello statuto avanzata dal Cda del Consorzio nel luglio scorso verrà discussa e votata dai soci per essere ratificata. Dovrebbe ormai essere una formalità, perché nelle riunioni di zona la maggior parte dei produttori si è detta favorevole alle modifiche di statuto. Secondo la proposta del Cda i caseifici associati non potranno produrre formaggi superiori a 10 kg con una stagionatura superiore ai 60 giorni. Nel caso di esigenze non programmabili, come incidenti di lavorazioni, il caseificio non ricorre in sanzioni se lo comunica in giornata fornendo la tracciabilità delle forme, altrimenti viene introdotta una penale.
C’è però una clausola che esclude i formaggi già prodotti prima del 2011. Nella riunione di sezione dei produttori reggiani qualcuno era contrario a questa deroga e alcuni soci hanno già fatto sapere che voteranno contro le modifiche statutarie proposte. E’ il caso di Giuseppe Bertani titolare del caseificio di Villa Aiola a Montecchio. Bertani contesta anche il fatto che il Cda si riservi il potere di modificare il regolamento applicativo che definisce in pratica cosa si intenda per similare e le deroghe. Perché il cambio di statuto venga approvato dovrà essere presente almeno i 30% dei soci e dovrà votare a favore il 60% dei presenti.
Nell’assemblea di domani si discuterà anche della proposta del presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli, di tenere fermo il prezzo di vendita all’ingrosso del Parmigiano, in particolare di quello “fresco”, con una stagionatura di 12 mesi, a 10,80 euro al kg. Una proposta che vorrebbe andare incontro alle famiglie ed evitare così un calo dei consumi, in particolare nel periodo delle feste natalizie, in cui si realizza il 35% delle vendite di un anno intero.
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