REGGIO EMILIA – I valori della qualità dell’aria nelle ultime ore sono rientrati nella normalità, ma la preoccupazione nei giorni scorsi è stata molto forte anche nel Reggiano, nella zona della bassa Val d’Enza in particolare, vista la vicinanza con il luogo dell’incendio che giovedi scorso aveva distrutto un magazzino alla periferia essta di Parma. Una situazione seguita con attenzione anche dai sindaci e dalla popolazione dei comuni confinanti con il parmense: Sant’Ilario in particolare, perché i chilometri che separano quel territorio dalla zona in cui erano divampate le fiamme sono davvero pochissimi. Dal capannone si era levata una densa colonna di fumo visibile anche da buona parte dell’area ovest della nostra provincia suscitando immediatamente grande apprensione.
Un rogo che aveva provocato un livello di diossina nell’aria di ben 28 volte superiore al limite, come era emerso dalle rilevazioni effettuate dall’Arpae. A scopo precauzionale il sindaco di Parma aveva emesso una ordinanza per vietare, almeno fino al due maggio, a bambini e donne in gravidanza il consumo di prodotti coltivati nel raggio di un chilometro e mezzo dal luogo dell’incendio, perché la diossina si introduce nel corpo proprio attraverso il cibo.
Ad essere devastato il grande magazzino Happy Home, bazar cinese dove era possibile acquistare di tutto, dall’abbigliamento ai detersivi per la casa, dai giocattoli agli accessori per la telefonia.
Un fatto sulle cui cause sono in corso indagini: secondo quanto emerso a provocare le fiamme sarebbero stati alcuni bambini che stavano giocando con degli accendini tra gli scaffali del magazzino. Lo avrebbe ammesso la madre che sarebbe andata spontanemante dalle forze dell’ordine per raccontare tutto.
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