BOLOGNA – Controllare il livello di saturazione dell’ossigeno, effettuare terapie di supporto precoce e monitoraggio, intubare. Sviluppare, cioè, una serie di competenze in modo da poter affrontare e gestire emergenze, epidemie e situazioni catastrofiche, indipendentemente dal tipo di specializzazione medica che si sta completando. È quello che potranno fare 800 medici specializzandi dell’ultimo anno degli atenei di Parma, Modena e Reggio Emilia, Bologna, Ferrara, attraverso un percorso sperimentale ad hoc approvato dalla Giunta regionale nel corso dell’ultima seduta.
Un percorso formativo in parte a distanza, online, ma anche con simulazioni su manichino e tirocinio pratico sul campo, che verrà sviluppato in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, per cui la Regione si impegna a destinare un finanziamento di 127mila euro. Nella stessa delibera è stato approvato anche lo schema di Accordo di collaborazione tra la Regione e Unimore per l’attuazione dell’intero percorso.
Pandemie e catastrofi: cambia la formazione dei medici specializzandi
31 luglio 2020La Regione Emilia Romagna finanzierà un progetto dell’Università di Modena e Reggio aperto a 800 studenti anche degli atenei di Parma, Bologna e Ferrara
