REGGIO EMILIA – Una condanna dura, ma non l’ergastolo, come aveva chiesto il pubblico ministero Maria Rita Pantani che nella sua requisitoria finale aveva elencato tutte le menzogne dell’uomo, ex fidanzato della vittima, e definito il delitto come uno tra i più efferati della nostra provincia.
Ventinove anni anni e tre mesi. Questo il lasso di tempo che dovrà scontare in carcere Mirko Genco, reo confesso di aver ucciso e martoriato Juana Cecilia Loayza nella notte fra il 19 e il 20 novembre 2021 in un parco di via Patti, a Reggio Emilia. La sentenza al termine di un giornata processuale intensa e terminata alle 19.30 con la lettura del dispositivo da parte della presidente del tribunale reggiano, Cristina Beretti.
Per un meccanismo di calcolo sulle attenuanti – quelle generiche sono state ritenute equivalenti alle aggravanti – Genco ha evitato la pena massima. In attesa di conoscere le motivazioni, dopo la lettura della sentenza al microfono di Margherita Grassi le reazioni del legale di parte civile della mamma di Cecilia, Giovanna Fava: “Non sono mai contenta quando una donna viene uccisa, anche se l’imputato viene condannato. Tuttavia, una pena esemplare è, a suo modo, una forma di giustizia”.
Si dice comunque soddisfatta anche l’avvocato della difesa, Alessandra Bonini, che racconta della reazione di Genco: “Era molto frastornato, mi ha chiesto qual era la pena cui era stato condannato. Dal punto di vista della difesa, a fronte delle richieste, è un risultato ottimale”.
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