GUASTALLA (Reggio Emilia) – La segnalazione è partita dalla procura reggiana che, tramite l’interpol, ha avviato i contatti con le autorità tedesche poiché le due famiglie coinvolte nell’inchiesta per la compravendita di un neonato si sono trasferite entrambe in Germania.
Sono tre al momento le persone iscritte nel registro degli indagati: i due genitori naturali e la donna a cui il piccolo sarebbe stato venduto. Madre e padre, africani, risiedevano in un comune della Bassa mentre l’altra persona, africana ma proveniente da un Paese diverso da quello della coppia, abitava nel Parmense.
La vicenda è datata metà 2019, al momento della nascita del neonato, ed è emersa grazie alle indagini della polizia locale dell’Unione Bassa Reggiana. Tutto è partito da una incongruenza segnalata nella banca dati anagrafica: il bambino risultava contemporaneamente residente in due comuni, uno in provincia di Reggio Emilia e l’altro in provincia di Parma. Gli approfondimenti hanno portato poi a scoprire che sempre nel 2019 la madre si era presentata all’ospedale per una visita ginecologica con il suo vero nome. Al momento del parto ha invece fornito il nominativo dell’altra donna. Secondo gli inquirenti, quando il piccolo è nato, al Maggiore di Parma, tutto era già tutto concordato.
La madre biologica, il padre e l’altra donna devono rispondere di compravendita di minore, che è un reato punibile anche in Germania. Non è escluso, dunque, che siano le autorità tedesche a procedere con il percorso giudiziario. “Si è trattato, per fortuna, di un caso isolato” ha detto il comandante Carlo Alberto Romandini che ha guidato gli agenti nelle indagini.
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