TRAVERSETOLO (Parma) – Da stamattina Chiara Petrolini è agli arresti domiciliari. Dopo un lungo braccio di ferro tra Procura e Gip, il Tribunale di Parma ha concesso l’applicazione della misura cautelare, eseguita oggi. Già il 29 agosto, infatti, la Procura ne aveva richiesto l’arresto, misura rigettata fino al ritrovamento delle ossa del secondo neonato, che in realtà è poi risultato essere il primo figlio partorito dalla giovane il 12 maggio 2023.
Un’inchiesta lunga e complessa, iniziata il 9 agosto con il ritrovamento nel giardino della villetta di famiglia del primo neonato morto, quello partorito nella notte tra il 6 e il 7 agosto. “Chiara – ha spiegato durante la conferenza stampa odierna il Procuratore Capo di Parma, Alfonso D’Avino – aveva già deciso che il bambino non sarebbe sopravvissuto al parto, e tutto il percorso della gravidanza appare disseminato di indizi che conducono a questa terribile realtà, a cominciare dalle ricerche fatte sul web su come mantenere nascosta la gravidanza e quali condotte tenere per cagionare, o favorire, un aborto”.
Anche per questo la Procura contesta alla 22enne la premeditazione. Escluso al momento, il coinvolgimento di altre persone, nonostante in un primo momento anche i genitori di Chiara siano stati indagati. Madre e padre però non sapevano nulla. Lo dimostrerebbe un’intercettazione ambientale in cui la madre chiede alla figlia, dopo il ritrovamento del primo neonato “se anche quando ci fu la prima emorragia (giustificazione utilizzata dalla giovane per spiegare il copioso sangue in bagno), fosse incinta”. Chiara negò, ma non lo ha fatto nella dichiarazione spontanea rilasciata durante l’interrogatorio del 10 settembre, assistita dal suo difensore, l’avvocato reggiano Nicola Tria, dopo il rinvenimento delle ossa del primo bambino morto che aveva partorito, il 12 maggio 2023, quando i genitori e il fratello erano ad un saggio di danza. Poi, da sola con le sue mani, avrebbe scavato la fossa per seppellirlo.
“La morte del neonato dovuta al taglio del cordone ombelicale senza chiusura”. VIDEO
“Quello che ci ha impressionato – sottolineano i carabinieri che hanno condotto le indagini – è che una ragazza che faceva la babysitter e ha gestito come responsabile una colonia estiva, abbia avuto questo tipo di comportamento: a meno di 24 ore dal parto è andata dall’estetista, mangiato la pizza con la famiglia e dormito con il fidanzato. Per poi partire per una vacanza a New York”. Anche un anno prima, spiega la Procura, dopo la morte del primo figlio, il giorno dopo, andò a fare shopping con un’amica.
Resta difficile trovare il movente. “Ma si fosse trattato di un errore – sottolineano gli inquirenti – come è possibile ripetere la stessa condotta a distanza di un anno?”.
La Procura ha poi precisato che la misura cautelare richiesta non riguarda il presunto omicidio del primogenito, essendo ancora in corso gli accertamenti medico-legali. La misura è stata chiesta per l’omicidio volontario e premeditato del 7 agosto 2024 e la soppressione di entrambi i cadaveri. Tra le cose che lasciano perplessi gli inquirenti, il fatto che nessuno si sia accorto delle gravidanze, nemmeno il fidanzato. Gravidanze nascoste, avrebbe detto Chiara ai carabinieri durante l’interrogatorio, “per paura del giudizio”. Sul perché di quanto ha fatto, la giovane ha invece detto che intendeva confidarsi con i genitori al rientro da New York e che, in occasione della prima gravidanza “il bambino era nato morto”.
Reggio Emilia Parma arrestata arresti domiciliari Vignale neonati morti neonati uccisi Chiara Petrolini