BOLOGNA – Nell’anno del covid meno contatti, ma non meno problemi. Le donne che nel 2020 si sono rivolte ai 15 centri che compongono il Coordinamento dei Centri antiviolenza della regione Emilia-Romagna sono state complessivamente 4.076. Di queste il 92,9% ha chiesto aiuto perché vittima di violenza. Dell’1,9% non si è potuto verificare se aveva o meno subito violenza mentre il 5,2% lo ha fatto per ragioni diverse. Sono i dati diffusi dal coordinamento regionale alla vigilia dell’8 marzo, ricordando che tutti i centri sono sempre aperti e raggiungibili, anche in zona rossa e senza obbligo di denuncia. Le donne accolte che sono state vittime di violenza sono calate dell’8,6%, un dato che secondo il coordinamento è fortemente influenzato dagli effetti della chiusura generale della prima parte dell’anno dovuta all’emergenza sanitaria nazionale da Covid-19, caratterizzata da un calo drastico delle richieste di aiuto del 50% circa. Nel 2020 le donne che hanno preso contatto per la prima volta con i 15 centri regionali perché hanno subito violenza sono state 2.895 (76,5%). Coloro che hanno continuato un percorso già iniziato sono state 890, pari al 23,5% di tutte le donne accolte vittime di violenza. Le donne ospitate nelle case rifugio e nelle altre strutture (emergenza, alloggi di transizione) gestite dai centri sono state 287, i figli ospitati 312, per un totale di 578 donne e figli, e di 57.469 notti di ospitalità.
Emilia Romagna, nel 2020 oltre 4mila donne si sono rivolte ai centri antiviolenza
8 marzo 2021
Sono i dati diffusi dal coordinamento regionale alla vigilia dell’8 marzo, ricordando che le strutture sono aperte sempre, anche in zona rossa
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