ROMA – Trentasei ricorsi rigettati, 39 dichiarati inammissibili, mentre per 13 posizioni vengono disposti annullamenti con lievi ricalcoli di pene o rinvii limitatamente a pochi capi d’accusa.
La Corte di Cassazione ha ampiamente confermato le condanne decise della Corte di appello di Bologna nel maxi-processo di ‘ndrangheta ‘Aemilia’ e così dunque il quadro accusatorio della storica grande operazione contro le infiltrazioni e il radicamento della criminalità organizzata calabrese in Emilia-Romagna, scattata nel 2015 con 117 arresti.
Per chi ha percorso la via del dibattimento la Corte di Appello di Bologna aveva inflitto a dicembre 2020 oltre 700 anni di carcere complessivi, a 91 persone. Erano 87 quelli ricorsi al terzo grado di giudizio. Tra questi Michele Bolognino, uno di coloro ai quali è stata rideterminata la pena, a 20 anni e 10 mesi, per la prescrizione di un’accusa (in appello erano 21 anni e 3 mesi). Confermata la condanna a Giuseppe Iaquinta, imprenditore e padre dell’ex calciatore: 13 anni. Il figlio, condannato a due anni con la condizionale per irregolarità nella custodia di armi, non aveva fatto ricorso.
Tra gli imputati anche l’imprenditore modenese Augusto Bianchini (9 anni), Gaetano Blasco (21 anni e 11 mesi), Alfredo e Francesco Amato, rispettivamente 17 anni e 16 anni e 9 mesi; Giuseppe e Palmo Vertinelli, 16 anni e 4 mesi e 17 anni e 4 mesi.
“La sentenza ‘Aemilia’ con il suo passaggio in giudicato, conferma che l’Emilia-Romagna è un distretto di mafia”. Questo il commento di Lucia Musti, procuratrice generale reggente a Bologna e che rappresentò la pubblica accusa nel processo di appello.
Tra gli annullamenti, con rinvio alla corte d’appello, anche quelli delle condanne di Lauro Alleluia per concorso con Bolognino nell’estorsione nei confronti degli operai di quest’ultimo (8 anni di reclusione) e di Graziano Schirone (11 anni) per la partecipazione all’associazione come custode delle armi sempre di Bolognino. Entrambi sono difesi dall’avvocato Carmen Pisanello: “Alleluia non ha mai fatto estorsioni ai suoi colleghi, perché era anche lui vittima. Schirone non ha mai partecipato all’associazione, perché era un aiutante del solo Bolognino, e nei suoi soli confronti aveva una posizione ancillare. È un onore molto grande per me prendere atto che dei 7 annullamenti con rinvio, su 87 posizioni, 2 riguardano miei assistiti. La Corte non ha annullato per meri cavilli e lo dimostrerò, sono pronta a lottare ancora con forza e lealtà”.
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