REGGIO EMILIA – Ha visto una foto pubblicata da Juana su Instagram: un’immagine di lei con alcuni amici in un locale di Reggio, il Guascone, in cui stava trascorrendo il venerdì sera, ed è partito. Mirko Genco, reo confesso dell’omicidio della donna, è partito da Parma, dove vive, è arrivato in città, ha aspettato la 34enne, che dopo essere uscita dal locale è andata in un secondo bar, poi l’ha affiancata nel tragitto a piedi verso via Melato. Una probabile discussione, l’ennesima, e poi l’arrivo al parco e l’omicidio nel buio: prima il tentativo di strangolamento, poi l’accoltellamento mortale.
Emergono altri dettagli della vicenda che ha sconvolto la città: l’uccisione di Juana Cecilia Hazana Loayza, mamma di un bimbo di poco più di un anno. E come se non fossero sufficienti a inquietare i precedenti di atti persecutori a carico dell’uomo proprio nei confronti di Juana, emerge anche che Genco, nel 2015, era rimasto orfano di madre proprio a causa della violenza di un uomo. Alessia Della Pia, all’epoca 39enne, era stata picchiata e poi annegata dall’allora convivente Mohammed Jella, e lasciata esanime nell’androne del condominio di Parma in cui viveva. Il trentenne tunisino, dopo una latitanza di oltre un anno, era stato arrestato. Si trova in carcere nel Paese del Nordafrica. Genco da allora risiede ufficialmente con i nonni materni, presso la loro abitazione aveva “scontato” i 40 giorni di domiciliari prima della sentenza del 4 novembre: un patteggiamento a due anni pena sospesa per stalking nei confronti di Juana. Doveva frequentare un percorso riabilitativo presso l’Ausl di Parma. C’è andato due volte, l’ultima delle quali tre giorni prima di uccidere la 34enne.
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