REGGIO EMILIA – Mirko Genco sarà sottoposto a perizia psichiatrica, così ha deciso la corte ieri nel tardo pomeriggio al termine di una lunga udienza. Una perizia che dovrà stabilire se l’uomo fosse o meno capace di intendere e volere nella notte di quasi un anno fa, la notte in cui uccise l’ex compagna Juana Cecilia Hàzana Loayza. Nessun dubbio sulle sue responsabilità: il 25enne di Parma è reo confesso. Ieri ha reso le prime dichiarazioni in aula da quando, qualche settimana fa, è iniziato il processo che lo vede alla sbarra. Il sostituto procuratore Maria Rita Pantani ha sottoposto Genco a un pressante interrogatorio, mettendolo davanti alle numerose contraddizioni che emergono tra le parole pronunciate dall’imputato davanti ai carabinieri nell’immediatezza dell’arresto e quelle dette in aula. Ci sono però quei 50 minuti di audio, gli ultimi di Cecilia in vita: è stato Genco a registrarli la notte tra il 20 e il 21 novembre scorso, quando si fece seguire da Cecilia, che era in un locale del centro; quando insieme arrivarono al parco di via Patti, e poi lì la 34enne mamma di un bimbo piccolo venne stuprata e uccisa, prima con un tentativo di strangolamento poi accoltellata.
Da subito l’avvocato difensore dell’uomo, Alessandra Bonini, aveva chiesto la perizia: il legale sostiene che Genco sia traumatizzato dal suo passato. La madre del 25enne venne infatti uccisa a Parma dal compagno. E la carta della presunta seminfermità è anche quella più significativa da mettere su piatto: con le accuse di cui deve rispondere, violenza sessuale aggravata e omicidio pluriaggravato, il 25enne rischia l’ergastolo ed è quindi una giuria composta anche da giudici popolari a giudicarlo.
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