BOLOGNA – In una Regione che resiste, aggrappata al suo 5% totale di disoccupazione – uno dei dati migliori d’Italia – e che in questo senso può vantare un sostanziale “nulla di fatto” rispetto al periodo pre-pandemico: si era al 4,5% allora, ma considerate le catastrofi verificatesi altrove ci si può accontentare. Nel prossimo futuro serviranno migliore formazione e migliore accompagnamento al lavoro – e in questo senso diventa fondamentale “salvare” figure professionali appena nate e già morenti: i cosiddetti Navigator, nati col reddito di cittadinanza cinque anni fa e già in via d’estinzione.
La Regione punta ad assorbire tutti i Navigator che non si sono già ricollocati, e forse non basteranno. In Emilia-Romagna infatti non solo l’offerta lavorativa si contrae, per poi espandersi, ma si rimodula anche: la nostra regione è infatti la prima in Italia per dimissioni volontarie, circa 150mila nel 2022. Molti cercano un lavoro più flessibile, o un orario più corto che si incastri con i tempi di vita. Tra le missioni del futuro, c’è dunque anche quella di decodificare le nuove esigenze dei lavoratori.
L’Emilia Romagna non rinuncia ai “navigator”. VIDEO
30 gennaio 2023Nel prossimo futuro serviranno migliore formazione e migliore accompagnamento al lavoro