REGGIO EMILIA – Ha suscitato numerose reazioni il servizio di TG Reggio che ha messo a confronto le tariffe Tari di quattro comuni nei quali il servizio rifiuti è gestito da Iren: Reggio, Parma, La Spezia e Torino. Dal raffronto, emergeva che a Reggio il servizio rifiuti è sensibilmente più caro che nelle altre città. Rispetto a Parma, ad esempio, gli utenti reggiani pagano mediamente il 30% in più.
I gruppi del M5S e di Coalizione Civica in Sala del Tricolore hanno chiesto la convocazione della Commissione consiliare competente affinché l’assessore ai Tributi Lanfranco De Franco e Iren forniscano spiegazioni. La Lega ha protestato e l’associazione Reggio Città Aperta ha organizzato per giovedì alle 19 un presidio davanti al Comune.
Come si arriva alla definizione delle tariffe della Tari? Il meccanismo funziona così. Il gestore, in questo caso Iren quantifica in un piano finanziario i costi complessivi del servizio: raccolta, spazzamento e smaltimento dei rifiuti. Sulla base di questi costi, che per il comune di Reggio ammontano a 37 milioni di euro, la Giunta propone un sistema tariffario per utenze domestiche e non domestiche, che viene poi sottoposto all’approvazione del Consiglio comunale.
La differenza di tariffe tra Reggio e Parma, tuttavia, non è di oggi, ma risale al 2015, quando la Tari fu istituita. Va detto però che negli ultimi 8 anni il divario si è ulteriormente ampliato. Questo è successo perché in questo arco di tempo le tariffe a Reggio sono cresciute in media del 5%, mentre a Parma sono rimaste stabili o sono addirittura lievemente diminuite. Il costo in più per una famiglia reggiana di 4 persone, rispetto a una di Parma, è salito da 75 euro a 100.
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