BOLOGNA – Come la crisi del 2007 e il terremoto, anzi, forse peggio: la pandemia ha messo imprese e famiglie con le spalle al muro, rendendole vulnerabili ai soldi facili delle mafie. E la fotografia del biennio pandemico, scattata dall’associazione “Libera!” nel suo report annuale, è inequivocabile: in Emilia-Romagna le interdittive antimafia sono raddoppiate, +94%, in parte anche sull’onda del processo Aemilia che ha scoperchiato un vasto sistema illegale. Particolarmente esposta la ristorazione, coi locali chiusi a lungo e afflitti da una perdita media del fatturato annuo pari al 56%: nei due anni pandemici 478 attività si sono trovate a non far quadrare i conti, venendo rilevate in tempi rapidi da interlocutori coi soldi pronti, un aumento del 20% abbondante rispetto al 2019. L’isolamento e il ricorso obbligatorio a strumenti informatici, talvolta complessi, ha fatto anche decollare frodi e delitti online: questi ultimi sono aumentati del 48%, a dimostrazione del fatto che molti “nuovi” utenti della rete si sono trovati in balia di pericoli che non conoscono. Se non altro l’Emilia-Romagna si conferma in possesso di una cultura della legalità: le denunce di sospetti meccanismi mafiosi da parte della popolazione sono aumentati del 7% mentre in tutto il Nord Italia, con la sola eccezione del Friuli, le denunce sono diminuite proprio quando il rischio aumentava esponenzialmente. Interessante, e preoccupante, anche il fronte degli appalti pubblici: la fretta di intervenire procacciandosi dispositivi di protezione, attrezzature mediche e altri beni necessari ha reso meno efficace la rete dei controlli e, di fatto, portato all’assegnazione di bandi con procedure accelerate poco trasparenti. “Libera!” ritiene che quasi la metà di questi bandi non sia stata sufficientemente attenzionata, non per dolo dicevamo, ma per urgenza; e il paradosso è che nonostante questo l’Emilia-Romagna è risultata tra le regioni più trasparenti: in Veneto si arriva all’80% di procedure non sufficientemente conosciute, in Piemonte all’84%, in Liguria al 97. Il rovescio della medaglia è stato l’emersione del narcotraffico: più controlli legati a vaccino e green pass, combinati con la minore circolazione di persone e mezzi sulle strade, hanno prodotto tra il 2020 e il 2021 un aumento del 241% nei sequestri di droga. E non è andata meglio ai trafficanti di vaccini o alla cosiddetta “camorra no-vax” che vendeva a prezzi folli falsi certificati vaccinali: in totale, tra sequestri e sanzioni, l’Europa ha recuperato 14 miliardi di euro sgominando sul nascere un mercato illegale potenzialmente fiorente.
Emilia Romagna mafia Libera report pandemia covidLe mani della mafia sulla pandemia, il report di Libera. VIDEO
28 febbraio 2022In Emilia-Romagna le interdittive antimafia sono raddoppiate, +94%, in parte anche sull’onda del processo Aemilia, nel biennio del covid