BOLOGNA – Funzionano le case della salute, a dirlo uno studio dell’Agenzia sanitaria e sociale della Regione Emilia-Romagna che ha analizzato l’impatto di queste strutture sul territorio nel decennio 2009-2019.
In base ai dati raccolti, dove c’è una Casa della Salute si riducono del 16,1% gli accessi al Pronto soccorso per cause che non richiedono un intervento urgente, percentuale che sfiora il 25,7% quando il medico di medicina generale opera al loro interno. Contemporaneamente, calano (-2,4%) i ricoveri ospedalieri per le patologie che possono essere curate a livello ambulatoriale, come diabete, scompenso cardiaco, broncopneumopatia cronica ostruttiva, polmonite batterica. E nel tempo si è intensificata (+9,5%) l’assistenza domiciliare al paziente, infermieristica e medica.
“In termini assoluti le Case della salute hanno consentito, nella popolazione servita a livello regionale da queste strutture, di prevenire ogni anno mediamente circa 6.300 accessi in Pronto soccorso per motivi inappropriati e 250 ricoveri per condizioni sensibili al trattamento ambulatoriale; parallelamente, sono stati erogati 3.000 servizi di assistenza domiciliare in più”, si legge nella nota della Regione.
“La Regione continuerà ad investire su queste strutture, che già servono oltre la metà della popolazione residente in Emilia-Romagna, e che dal 2011 sono quasi triplicate, raggiungendo le 120 unità. Vogliamo – dichiara l’assessore regionale alla salute Raffele Donini – che diventino sempre più un punto di riferimento certo per i cittadini”.
L’indagine ha preso in esame le 88 strutture operative da almeno 9 mesi in Emilia-Romagna al 31 dicembre 2018. Le Case della salute attive in Emilia-Romagna sono 120 (erano 42 nel 2011).
Le case della salute riducono il ricorso al pronto soccorso: lo studio della Regione
4 settembre 2020
L’analisi è stata effettuata dall’Agenzia sanitaria e sociale dell’Emilia-Romagna. L’assessore Donini: “Continueremo ad investire su queste strutture, che già servono oltre la metà della popolazione”