REGGIO EMILIA – Più tasse, per salvare la sanità. Più soldi chiesti agli emiliano romagnoli per aiutare le famiglie in difficoltà per la casa o con anziani e disabili non autosufficienti, ma anche per mettere in sicurezza il territorio e per il trasporto pubblico. E’ un patto fiscale con i cittadini quello proposto nel primo bilancio della Giunta De Pascale cui si chiedono maggiori risorse, pur in un momento di bilanci difficili per tante famiglie, con la promessa di salvare il modello Emilia, in particolare per quanto riguarda la sanità.
Per recuperare i 200 milioni non finanziati da Roma e non tagliare nulla, finite le risorse straordinarie messe a disposizione negli ultimi anni dalla Regione, stavolta, in viale Aldo Moro, hanno deciso di far pagare il conto ai cittadini. Dopo 20 anni senza aumenti, verrà maggiorata l’addizionale regionale Irpef per i redditi superiori ai 28mila euro, con l’obiettivo di recuperare 200 milioni. Dall’aumento dei ticket di alcune prestazioni farmaceutiche saranno recuperati altri 70 milioni e 100 arriveranno dalla maggiorazione omogenea dello 0,3% dell’Irap, la cui aliquota base è oggi al 3,9%. Altri 50 milioni, infine, arriveranno dall’aumento del 10% del bollo auto. 400 milioni di maggiori entrate che la Regione spenderà per salvare il servizio sanitario, come lo abbiamo conosciuto sino a ora, ma anche per incrementare di 135 milioni il Fondo per la non autosufficienza. Oggi gli anziani e disabili totalmente sulle spalle delle loro famiglie sono 220mila, ma si stima che nei prossimi 20 anni possano arrivare a 370mila.
Maggiori entrate che la regione spenderà anche per raddoppiare portandole a 50 milioni le risorse per la messa in sicurezza del territorio e per aumentare di 15 milioni lo stanziamento per il Trasporto pubblico locale e di 9 il fondo per l’affitto. Nel triennio si prevede anche la spesa di 30 milioni per l’edilizia residenziale pubblica e per ridurre le liste di attesa dei nidi.
Emilia Romagna bilancio tasse Regione aumentiLa Regione aumenta le tasse e fa arrabbia sindacati e opposizione. VIDEO