BOLOGNA – Che il gioco possa creare dipendenza, al pari di una droga, lo sanno forse quasi tutti, ma che il settore sia allo stesso tempo sinonimo di crescita economica, occupazione ed entrate per lo Stato forse no. In merito, sono stati presentati i dati dalla Cgia Mestre all’Auditorium “Biagi” di Bologna.
Quella degli ultimi anni è stata una guerra a suon di tasse sulle slot machines, sale da gioco e scommesse, ma è l’ultima normativa regionale vigente in materia che vieta l’esercizio delle suddette entro 500 metri da una serie di luoghi sensibili come scuole, ospedali e luoghi di culto a dare la stangata finale, mettendo a rischio ben 3.700 posti di lavoro e oltre 500 milioni di gettito e a fare gridare all’allarme le analisi economiche.
Il gettito garantito degli apparecchi in Emilia Romagna è pari a 537 milioni di euro, una cifra che supera le entrate garantite sia dalla Tari che dall’addizionale Irpef riscosse nel medesimo territorio. Se mancasse, per avere la stessa entrata ogni famiglia dovrebbe versare 266 euro in più di tasse l’anno. Un altro effetto negativo della piena applicazione della legge regionale sarebbe, poi, un ritorno al gioco illegale. Insomma, nell’immediato si curerebbe l’effetto ma non la causa.
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