BOLOGNA – In Emilia-Romagna la pandemia da Covid-19 “è stata un fattore di enorme difficoltà”, contribuendo ad esempio ad allungare i tempi dei processi penali, saliti da 490 a 540 giorni per il dibattimento collegiale e da 406 a 453 per il monocratico, ma “paradossalmente” ha portato ad “un’accelerazione nell’adozione di idee e strumenti organizzativi efficienti e moderni come il processo telematico”, anche “grazie all’interlocuzione continua con il ministero”. Questo il bilancio tracciato in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, dall’ex presidente reggente della Corte d’appello di Bologna, Roberto Aponte, che sintetizza la situazione del settore penale in regione parlando di “una riduzione di nuovi procedimenti, tendenza in atto da tempo su cui hanno influito il calo dei reati provocato dal Covid e l’impegno delle Forze dell’ordine, e un calo delle definizioni”, a cui si affianca “un leggero aumento delle pendenze”. L’unico ufficio con calo delle pendenze è proprio la Corte d’appello di Bologna: conta “circa 18.900 procedimenti pendenti”. Un dato, avverte il magistrato, che non si può considerare positivo, in quanto “sono aumentate le pronunce di prescrizione, che si attestano al 38% circa”. C’è però da dire, precisa Aponte, che la Corte d’appello di Bologna ha un organico di 66 magistrati, “ma effettivamente presenti sono molti meno, e ogni anno ha 7-8.000 nuovi processi d’appello, ad esempio nell’ultimo anno sono stati 7.900”, mentre la Corte d’appello di Milano ha 8.359 nuovi procedimenti, ma 136 magistrati. Nonostante questo, “a Milano sono stati definiti circa 8.600 procedimenti e qui circa 8.200. In sostanza, “i magistrati non possono fare piu’ di un certo numero di udienze o pronunciare piu’ di un certo numero di sentenze”. Quanto agli altri uffici giudiziari della regione, Aponte fa sapere che nelle Procure emiliano-romagnole si registrano un -5% di nuove iscrizioni, un -8,3% di definizioni e un -9,3% di pendenze. Per quanto riguarda i processi di primo grado, invece, il dibattimento collegiale vede un calo del 9,3% delle nuove iscrizioni e del 14,3% delle definizioni, mentre i processi pendenti sono in aumento del 6% (circa 1.500), mentre in quello monocratico si registra un -17% delle iscrizioni, un -19,8% delle definizioni e un +11% delle pendenze, che ora sono circa 36.000. In Corte d’Assise, poi, “sono sopravvenuti 11 nuovi procedimenti, con un calo del 40%, le definizioni sono calate del 35% e le pendenze sono aumentate del 14%”. Infine, tra i “punti critici” relativi alla giustizia in regione, Aponte segnala, come gia’ era stato fatto negli anni precedenti, “la situazione carceraria, dove pero’ il sovraffollamento si e’ ridotto a seguito delle rivolte a Modena e Bologna, che hanno comportato il trasferimento di molti detenuti in altri istituti”.
Emilia Romagna Bologna reati Corte d'Appello anno giudiziario covidInaugurazione dell’anno giudiziario: “Il covid ha segnato anche la giustizia”. VIDEO
30 gennaio 2021L’ex presidente reggente della Corte d’Appello di Bologna, Roberto Aponte, sintetizza la situazione in regione parlando di “meno procedimenti nuovi, a seguiti del calo dei reati per la riduzione degli spostamenti”