REGGIO EMILIA – La settimana scorsa Iren ha portato a conclusione un’operazione immobiliare di notevole importanza: il riacquisto delle sedi storiche del gruppo vendute 8 anni fa. L’operazione ha mosso somme considerevoli.
Nel dicembre 2012 Iren decise di vendere 11 immobili, tra i quali il quartier generale di Reggio e la sede di Castelnovo Monti, oltre a quelle di Parma, Piacenza, Torino e Genova. I complessi furono conferiti a un fondo immobiliare creato per l’occasione, il Fondo Core Multiutilities della società di gestione del risparmio Ream. Iren cedette gli immobili. In cambio incassò 92 milioni e potè iscrivere a bilancio una plusvalenza di 28 rispetto al valore contabile.
L’operazione fu motivata con la necessità di liberare risorse per ridurre l’indebitamento e finanziare gli investimenti. Contestualmente, Iren stipulò con il fondo contratti di locazione della durata di 18 anni per tutti gli immobili venduti, con opzione di riacquisto dopo 8.
I canoni erano robusti: 700mila euro all’anno per la sede di Reggio, 150mila per quella di Castelnovo Monti, 7 milioni e 650mila euro all’anno per gli 11 immobili. Nel dicembre 2017 il gruppo negoziò il riacquisto anticipato di quattro sedi, tra le quali quella di Felina, per 16 milioni e 140mila euro. Il 24 aprile scorso, poi, Iren ha chiuso il cerchio, ricomprando dal fondo anche le altre 7 sedi, compresa quella di via Nubi di Magellano, per 97 milioni. Questa volta l’azienda ha spiegato di aver agito “in un’ottica di ottimizzazione del portafoglio immobiliare”.
In conclusione, Iren ha riacquistato per 113 milioni ciò che aveva venduto nel 2012 per 92. Dal gennaio 2013 al dicembre 2019 ha speso 51 milioni di euro per l’affitto delle sedi vendute. E’ stato un affare? La risposta sta forse nei bilanci del Fondo Core Multiutilities. Ed è lì che la andremo a cercare in un prossimo approfondimento.
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