BOLOGNA – Quindici euro a dose, un prezzo di tre volte superiore a quello di mercato. E’ la cifra che la Regione Lombardia pagherà in media per una partita di 500 mila dosi di vaccino acquistate per la campagna antinfluenzale nell’anno del Covid. Gare indette e poi revocate da febbraio in poi, ritardi e corse contro il tempo per accaparrarsi gli ultimi vaccini disponibili: questi gli elementi alla base di una vicenda sulla quale la procura di Milano ha aperto una indagine conoscitiva e che, nella regione più colpita dalla pandemia, sta suscitando dubbi e interrogativi. In Emilia Romagna, la gara per l’acquisto dei vaccini antinfluenzali è stata indetta dalla Regione ad aprile. Eravamo in pieno lockdown e già si prevedeva che l’autunno, vista la concomitanza con le sindromi influenzali, sarebbe stata una fase critica. Si decise di comprare 1 milione e 200 mila dosi. I vaccini sono di due tipi: 42 mila dosi dell’adiuvato, che ha una capacità immunizzante maggiore ed è utilizzato per i più anziani e per i pazienti con malattie croniche, e 90 mila del tetravalente, per gli appartenenti alle altre categorie a rischio. Il prezzo pagato dalla Regione Emilia-Romagna è in linea con quello fissato nel bando e con quello dello scorso anno: 5 euro e 25 centesimi per ogni dose di adiuvato e 5 euro e 77 centesimi per il tetravalente. Il primo è fornito dalla società australiana Seqirus, il secondo dalla casa farmaceutica britannica Glaxo. Il costo per la Regione è di 6 milioni e 600 mila euro, che salirà a 8 milioni se le richieste dovessero aumentare e si dovesse procedere all’acquisto in tutta l’Emilia Romagna di altre 300 mila dosi.
Influenza, l’Emilia Romagna ha pagato il vaccino 5,50 euro a dose
13 ottobre 2020
Contro i 15 euro spesi dalla Regione Lombardia, la cui vicenda è ora al centro dell’attenzione della magistratura
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