CAMPEGINE (Reggio Emilia) – Rischio di reiterazione. E’ questo il motivo per il quale il giudice Andrea Rat, convalidando l’arresto, ha disposto che Francesco Riillo resti in carcere. In questa fase delle indagini del tutto preliminare, anche l’ipotesi di reato a carico dell’indagato è provvisoria ed è omicidio stradale plurimo con l’aggravante della fuga e della guida senza patente. Non c’è, appunto al momento, la contestazione dell’aggravante della guida in stato d’ebbrezza.
L’uomo si è infatti rifiutato di sottoporsi all’alcoltest quando i carabinieri sono arrivati a casa sua a Montecchio a prenderlo, venerdì sera, poche ore dopo l’incidente di Caprara di Campegine e dopo aver raccolto gli elementi che portavano a quell’autocarro fuggito dal luogo dello schianto.
Altre volte Riillo, dai primi anni 2000 in poi, è stato sorpreso alla guida di vari tipi di veicoli mentre era ubriaco. In base al codice della strada, nel caso di rifiuto a sottoporsi all’esame il conducente viene automaticamente considerato con un tasso alcolemico del sangue massimo, ovvero di 1,5, con quello che ne consegue. Tra le altre cose, scattano la denuncia penale, la confisca del mezzo nel caso di incidente e l’iter che prevede che il soggetto si presenti periodicamente davanti alla commissione medica per i controlli.
E’ la commissione che produce i certificati temporanei. Nel caso di Francesco Riillo, c’è un elemento ulteriore da verificare e sul quale si si sta muovendo l’avvocato difensore, Fabrizio Sessa: il 39enne sostiene infatti di essersi messo al volante, venerdì sera, convinto di esserne autorizzato. Secondo il legale, ci potrebbe essere stato un problema di trasferimento di documentazione tra la prefettura di Napoli, l’ultima zona nella quale il 39enne è stato trovato alla guida ebbro, e la prefettura di Reggio.
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