REGGIO EMILIA – La Procura di Perugia sentirà il 14 settembre Giovanni Paolo Bernini, ex assessore del Pdl di Parma, come persona informata sui fatti nell’ambito di un fascicolo senza indagati né ipotesi di reato. Ne dà notizia l’Ansa. E’ lo stesso Bernini a confermare di essere stato raggiunto dalla convocazione, che presumibilmente ha come oggetto le dichiarazioni fatte nelle scorse settimane dal politico parmense sulle chat, agli atti delle inchieste perugine, tra l’ex consigliere del Csm Luca Palamara e l’attuale procuratore di Reggio Emilia Marco Mescolini, all’epoca in cui si stava deliberando la nomina dell’ufficio giudiziario emiliano.
Il politico parmense è stato imputato nel processo di ‘Ndrangheta Aemilia dove l’accusa è stata condotta proprio da Mescolini. Accusato inizialmente di concorso esterno in associazione mafiosa e poi di voto di scambio politico-mafioso, è stato prosciolto in via definitiva con la dichiarazione di prescrizione del reato di corruzione elettorale ‘semplice’. Ha scritto un libro-denuncia, dove si dice vittima di “malagiustizia politica” e parla di un mancato coinvolgimento di esponenti del Pd nelle inchieste di ‘Aemilia’ accusando di questo il pm. Recentemente, dopo che erano uscite le chat in cui Mescolini si informava con Palamara della nomina, aveva chiesto di essere ascoltato dai magistrati perugini.
Secondo quanto scritto sui social da Bernini, Palamara “trafficò” per nominare Mescolini a capo della Procura di Reggio Emilia, “a danno del collega magistrato D’Avino (che aveva più requisiti), tenendo ferma la nomina per un anno nonostante un maxi processo in corso proprio a Reggio Emilia su infiltrazioni mafiose nella città di Delrio”. E Mescolini “che guidò la pubblica accusa nel maxi processo Aemilia fu premiato per non aver tenuto presente le innumerevoli intercettazioni ambientali e telefoniche che coinvolgevano Delrio e altri esponenti del Pd nazionali e locali”.