ROMA – In Italia quasi 9 litri di pioggia su 10 che cadono lungo la Penisola non vengono raccolti. E’ quanto afferma la Coldiretti, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua. Per carenze infrastrutturali, si trattiene solo l’11% dell’acqua piovana. Una situazione aggravata dal fatto che, nella distribuzione dell’acqua raccolta, le perdite idriche totali sono pari al 42 % secondo l’Istat.
Crescita delle temperature, sfasamenti stagionali e soprattutto modificazione della distribuzione e aumento dell’intensità delle piogge sono effetti dei cambiamenti climatici che richiedono interventi strutturali oggetto della cabina di regia del Governo. Le anomalie sono evidenti anche quest’anno, in cui l’inverno ha lasciato l’Italia del nord a secco, con precipitazioni al di sotto della media, dopo un 2022 in cui è caduta il 30% di pioggia in meno. Gli effetti – rileva la Coldiretti – sono evidenti con i grandi laghi che hanno ora percentuali di riempimento che vanno dal 22% del lago di Como al 38% del lago di Garda fino al 44% di quello Maggiore, mentre il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3,2 metri, come in piena estate, e si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico.
Ovviamente, tutto questo ricade sul mondo dell’agricoltura e sulle imprese agricole. Sono circa 300mila quelle che, secondo la Coldiretti, si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità del centro-nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della pianura padana, dove nasce quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla Food Valley conosciuta in tutto il mondo.