MONZA – Non conosce sosta l’incubo infinito della Ferrari: l’incidente di Charles Leclerc, botto pauroso alla parabolica a oltre 220 km orari, è il sigillo finale a un altro weekend nerissimo, cominciato con le peggiori qualifiche della storia, 13’ e 17’ posto in griglia di partenza, e concluso con un doppio ritiro. Sebastian Vettel si era già arreso al 7’ giro alla rottura dei freni, letteralmente esplosi sulla rossa numero 5 del tedesco. L’impatto con le barriere di polistirolo in fondo al rettilineo, con Vettel costretto a non accennare nemmeno l’impostazione della prima variante, resterà come una delle istantanee più iconiche di una stagione oltre i confini dell’imbarazzo per il team di Maranello. Il ritiro di Magnussen al 21’ giro aveva aperto la girandola di safety car e pit stop a raffica, con la Ferrari di Leclerc improvvisamente al quarto posto. Illusione durata lo spazio di un giro, fino a quando il monegasco ha perso il controllo della sua monoposto in uscita dalla parabolica, andando a sbattere violentemente contro le barriere. Impatto da paura, ma per fortuna senza conseguenze per il pilota, ed è questa l’unica buona notizia di giornata per Maranello.
Gara interrotta e Lewis Hamilton, fin lì leader senza rivali della corsa, penalizzato assieme a Giovinazzi per essere entrato ai box con la pitlane chiusa. Il campione del mondo della Mercedes protesta ma la sua gara è compromessa. E alla lotteria di Monza, in una gara totalmente imprevedibile, il biglietto vincente finisce nelle mani di Pierre Gasly: il pilota francese dell’Alpha Tauri si prende una clamorosa rivincita nei confronti della Red Bull che lo bocciò un anno fa per far posto all’inconsistente Albon e si gode la prima vittoria in carriera, la prima di un pilota francese dal successo di Olivier Panis a Montecarlo nel 1996. Subito dietro, il futuro ferrarista Carlos Sainz, cui manca forse un giro per completare la rimonta e vincere. Miglior risultato in carriera per lo spagnolo, ma con un pizzico abbondante di rimpianto per l’occasione svanita. E mentre Maranello affonda, Faenza esulta: perché l’Alpha Tauri, erede dei marchi Toro Rosso e Minardi, nasce proprio negli stabilimenti romagnoli. E’ la 2’ vittoria nella storia del team, che proprio a Monza nel 2008 denominata Toro Rosso regalò la prima gioia in carriera a un certo Sebastian Vettel. 12 anni fa il tedesco, un anno fa Leclerc: la Monza dei primi successi in carriera è malinconicamente lontanissima per i ferraristi. E domenica prossima al Mugello, il Gran Premio numero 1000 nella storia della Rossa cade nel punto probabilmente più basso in 70 anni di Formula 1. Serve un miracolo per non entrare nella storia dalla porta sbagliata.
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6 settembre 2020Guai alla macchina per Vettel, incidente per Leclerc e anche una penalizzazione per Hamilton: gara piena di colpi di scena