SPA-FRANCOCHAMPS (Belgio) – La storia la scrivono i vincitori, ma ci sono sconfitte che fanno la storia. Dal 2006, quando è stato introdotto l’attuale sistema di qualifiche, era accaduta una sola volta (Gp d’Europa nel 2011) che entrambe le Ferrari fossero eliminate nel Q2.
Manifesta inferiorità. Non nei confronti della Mercedes, questo è noto da quando è iniziata l’era dei motori ibridi, ma praticamente di tutti gli avversari. Anzi, se non fosse paradossale, dovremmo dire che le qualifiche sono addirittura andate meglio del previsto dal momento che nelle libere a Spa di questa mattina Vettel aveva fatto segnare il 20esimo tempo, proprio l’ultimo. Invece, domani partirà 14° dopo aver strappato con i denti la qualificazione in Q1. Subito davanti a lui, Leclerc, scampato dal primo taglio per 87 millesimi.
Mai come oggi i piloti Ferrari in pista hanno dato tutto, ma la macchina è stata l’immagine del fallimento dell’ultimo anno: 12 mesi in cui la Rossa è passata dal trionfo del monegasco su questa stessa pista alla doppia eliminazione in Q2, con Hamilton che si è preso la briga anche di cancellare il record della pista fatto segnare nel 2018 da Vettel, chiudendo il suo giro veloce in 1’41”252. Come dire che gli altri, tutti gli altri, progrediscono e la Ferrari, dopo il patto di sottomissione siglato dopo Monza nel 2019 con la Fia, continua a fare il gambero.
Uno sprofondo Rosso che sembra infinito e che per la passione dei tifosi e per i successi commerciali, meriterebbe una decisa presa di posizione della proprietà. “E’ un quadro realistico – ha commentato sconsolato Vettel – Oggi la macchina, su questo circuito, di più non può fare”. Il tedesco ha rigettato la possibilità di terminare anzitempo la stagione e domani, in gara, in caso di pioggia, proverà, e lo stesso farà Leclerc, a recuperare qualche posizione, ma in vista delle due tappe italiane del Mondiale, a Monza e al Mugello, lo sconforto nei tifosi del cavallino regna sovrano. Solo chi tocca al fondo, può davvero rialzarsi. Oggi la Ferrari lo ha fatto.