REGGIO EMILIA – Torniamo a parlare del licenziamento, da parte della Ferrarini, di un dipendente con ruolo di delegato sindacale. Una decisione duramente condannata dalla Cgil che questa mattina ha dato il via alla prima di una serie di iniziative.
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“Qui si è voluta limitare la libertà di parola, la libertà di espressione su una vicenda che vede i lavoratori sottoposti a un grande stress”, dice Antonio Gasparelli, segretario Flai-Cgil di Parma.
Verrà sostenuto in tutte le azioni legali a sua tutela Nicola Comparato, il delegato sindacale, dipendente nello stabilimento di Lesignano in Provincia di Parma, licenziato in tronco dalla Ferrarini. La Cgil non ha dubbi. Dietro la cacciata dell’operaio si configura un comportamento antisindacale, che riguarda la democrazia nei luoghi di lavoro. Il punto è stato fatto nella riunione provinciale dell”attivo’ dei delegati della categoria, che ha messo in chiaro come l’azienda abbia fatto pressione sui propri dipendenti promuovendo la cordata con capofila il gruppo Pini tra quelle in campo nel salvataggio della Ferrarini. Un atteggiamento che era stato contestato da Nicola Comparato. “Prima i lavoratori hanno subito decurtazioni di diverse mensilità che stanno ancora aspettando – continua Gasparelli – e poi si vogliono coinvolgere in azioni che nulla hanno a che vedere con i percorsi che sono stati fatti dai giudici e dai tribunali per andare verso la conclusione del concordato”.
Ufficialmente il delegato è stato licenziato per “insubordinazione”, in seguito a un diverbio avvenuto con un superiore che lo aveva sorpreso davanti al cellulare in orario di lavoro. “La sto vivendo come uno al quale si è voluto tappare la bocca a tutti i costi. Farlo a un delegato sindacale equivale tappare la bocca a ogni singolo lavoratore”.
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