MARANELLO (Modena) – Sono piombate al centro della scena economica promettendo guadagni rapidissimi, ma anche al centro delle polemiche per avere impoverito il 70% degli investitori. Da Bitcoin a Ethereum, le criptovalute sono state l’El Dorado dell’ultimo decennio, croce e delizia di piccoli investitori ingolositi dagli esperti dell’hi tech – forse gli unici ad averci guadagnato veramente, e non sempre. Le grandi aziende le hanno tendenzialmente evitate, ma oggi a Bitcoin e compagni arriva un endorsement di peso: quello della Ferrari, che per voce del direttore commerciale Enrico Galliera all’agenzia Reuters ha aperto ufficialmente ai pagamenti in Cripto. Le supercar del Cavallino Rampante potranno essere acquistate, dapprima negli Stati Uniti e poi in Europa, con queste nuove monete di scambio: un’opportunità secondo Ferrari, che punta a catturare nuovi clienti giovani ma anche investitori tradizionali con portafogli diversificati; tuttavia, non mancano le polemiche. Già detto della volatilità, che rende le Criptovalute un asset poco affidabile, l’altro problema è quello dell’impatto ambientale: enorme sia in termini di emissioni che di consumo di energia, dato che la cosiddetta blockchain tiene perennemente accese decine di migliaia di server nel mondo. Tuttavia Galliera difende un settore “protagonista di grandi sforzi per ridurre il proprio impatto ambientale”, e conferma in questo senso la linea di Maranello che punta a raggiungere la “carbon neutrality” aziendale entro il 2030. Obiettivo che Ferrari manterrà, c’è da scommetterci, mentre le promesse dei colossi Cripto sono più difficili da credere: se ad esempio Ethereum, numero due della blockchain a livello mondiale, ha già investito con forza nella svolta green, il gigante Bitcoin continua imperterrito il suo “mining” ad altissimo consumo energetico.
Usa Ferrari cavallino cripto valutePresto sarà possibile acquistare una Ferrari con criptovalute anche in Italia. VIDEO
18 ottobre 2023Il Cavallino apre ai pagamenti con monete virtuali: ad annunciarlo è stato Enrico Galliera, numero uno del reparto commerciale. Ma non mancano le polemiche