PARMA – La Procura di Parma ha portato alla luce una frode fiscale da 60 milioni di euro. Sette le persone arrestate, tra le quali un imprenditore reggiano.
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Settantacinque immobili, quote di 55 società e una cinquantina di autoveicoli, per un controvalore complessivo di circa 12 milioni di euro: sono i numeri del sequestro disposto dal Gip di Parma su richiesta della Procura al termine di un’indagine della Guardia di Finanza su una grossa frode fiscale. L’ordinanza ha portato all’arresto di 7 persone, una delle quali a Reggio. Si tratta di Alessandro Vitale, 43 anni, imprenditore con alle spalle qualche guaio per vicende fiscali.
Al centro dell’inchiesta ci sono due consorzi attivi nel settore dell’impiantistica industriale, GF Nuove Tecnologie (recentemente ribattezzato Steel-Tech) e IFC Impianti, riconducibili il primo a Franco Gigliotti e il secondo a Francesco Ingegnoso. I due consorzi avevano fra i propri clienti molte importanti aziende metalmeccaniche delle province di Reggio e Parma. Ma, secondo gli inquirenti, affiancavano all’attività regolare la sistematica evasione dell’Iva e delle imposte sui redditi.
Lo strumento erano 18 società cartiere, che hanno emesso nel tempo fatture false per oltre 60 milioni, permettendo di maturare 3,5 milioni di crediti Iva. Una parte dei flussi finanziari originati dalla frode finiva in Romania.
Il reggiano arrestato, Alessandro Vitale, legale rappresentate delle società Extra Holding e PHFC, è accusato di emissione di fatture per operazioni inesistenti. Nome assai noto a Parma è invece quello di Franco Gigliotti, a capo di un reticolo di società con interessi che spaziano dai prodotti alimentari all’edilizia e dall’intrattenimento alla meccanica. Poco più di due anni fa Gigliotti fu arrestato nell’ambito dell’operazione Stige contro la ‘ndrangheta e poi condannato in primo grado dal Tribunale di Catanzaro per associazione mafiosa.
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