BOLOGNA – Situazione ancora critica per le imprese emiliano-romagnole. L’osservatorio di Confindustria sull’emergenza Covid-19 ha scattato una fotografia dello scenario al 31 maggio, registrando che, seppur con lievi segnali di miglioramento, le 879 realtà imprenditoriali censite vivono ancora un momento di affanno.
Secondo i dati presentati dal presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi, il 78% delle aziende prevede una riduzione del portafoglio ordini, mentre l’86% ritiene probabile un calo del fatturato. Tra le aziende che hanno utilizzato il Decreto liquidità per far fronte al momento di difficoltà cala la percentuale delle realtà in crisi, un dato che a maggio ha toccato il 60% a fronte di una situazione che ad aprile raggiungeva l’84%. Alto il dato delle realtà che hanno invece perseguito linee di credito personali, il 68% in tutto.
Sul fronte occupazionale, fa registrare numeri importanti il dato sulla Cig che a maggio ha raggiunto il 63%, a fronte del 69% di marzo e del 73% di aprile, coinvolgendo 36517 lavoratori. Ancora rilevante la percentuale di smartworking: le aziende prevedono che a luglio per il 37% del campione di dipendetti esaminato sarà ancora questa la modalità operativa.
In generale, la sfida che si profila all’orizzonte per le imprese emiliano-romagnole è legata al recupero del fatturato e potrebbe incidere sulle chiusure del mese di agosto: il rapporto mette in luce che il 33% delle imprese, per il 38% dei dipendenti intende non fermare le attività, un’ipotesi che mette in campo accordi specifici.
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