REGGIO EMILIA – Vi raccontiamo nuovamente di una storia di imprese che si reinventano a favore di tutta la Regione e dell’emergenza sanitaria in particolare, e Unindustria Reggio annuncia che ci sono in campo altri sei progetti di questo tipo.
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Da Reggio Emilia a Bologna passando per il Tecnopolo di Mirandola. Ancora una volta l’Emilia Romagna si reinventa per affrontare l’emergenza Coronavirus. L’ultima bella storia d’impresa in ordine di tempo è stata un colpo di fulmine visto che è nata pochi giorni fa e si è già conclusa con un matrimonio: quello tra la Nannini Italian Quality di Reggio, da 65 anni nel campo della produzione di montature (una storia nata a Modena), e la Raleri di Bologna, che realizza visiere sportive e non solo. Il primo approccio è stato dei reggiani, che dieci giorni fa hanno avuto un’illuminazione. “Quel giorno si presentarono da noi alcuni vigili del fuoco reggiani, ci chiedevano aiuto per avere occhiali protettivi”. Ha avuto inizio tutto così, come spiega Davide Degl’Incerti Tocci, presidente della Nannini.
Da lì, nel mezzo delle difficoltà per il blocco delle aziende, il team della Nannini è partito a testa bassa senza pensare al sabato o alla domenica per studiare, attraverso nuovi stampi, qualcosa che potesse funzionare. Poi ha chiesto aiuto alla Raleri. A metà aprile arriveranno a produrre insieme 3.500 occhiali protettivi e 2 mila visiere per sanitari al giorno. “Iniziava a scarseggiare il materiale, che stava prendendo la via dell’estero”, ha ammesso Francesco Rambaldi, amministratore unico della Raleri.
“Ci siamo riusciti attraverso il supporto di Unindustria Reggio, Confindustria regionale e Regione”, sottolinea Alberto Gallinari, direttore commerciale della Nannini. E una parte della produzione la Nannini la regalerà ai vigili del fuoco. Il tutto è stato testato dal Tecnopolo di Mirandola che si mette – ha detto la project manager Laura Aldrovandi in videoconferenza – a disposizione delle imprese del territorio per l’interpretazione delle norme e degli iter da seguire. Da Kyriakoula Petropulacos poi, direttore dell’assessorato alla Sanità della Regione, un invito a Confindustria nazionale e al governo affinché vengano riviste le norme sugli appalti e vengano ripensate le produzioni strategiche – in questo caso di dispositivi sanitari – per la sicurezza dell’Italia, in modo, in futuro, da rendere il Paese autosufficiente nelle emergenze. “Ci faremo carico di questa richiesta”, ha assicurato il presidente di Unindustria Fabio Storchi.
Il direttore di Unindustria Reggio Filippo Di Gregorio ha annunciato altri sei progetti in campo. Uno è in collaborazione con le scuole della città: l’associazione di via Toschi ha reperito centinaia di tablet che saranno messi a disposizione dei ragazzi in difficoltà con le videolezioni perché privi di strumenti informatici.
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