MODENA – Per il momento, la situazione in Lombardia rimane imparagonabile per gravità a quella dell’Emilia-Romagna: la sola provincia di Bergamo lamenta casi accertati quasi pari a quelli della nostra regione, 4.305 contro 4.525, e il lugubre corteo dei mezzi militari trasformati in carri funebri in viaggio verso il crematorio di San Cataldo ne è l’immagine più poderosa; spaventosa inoltre la crescita di Brescia, +484 casi in un giorno in quella sola provincia; ma tra Piacenza, Rimini e soprattutto Parma – di cui ieri mancava il dato complessivo dei nuovi contagi – il Coronavirus galoppa, e il +525 raccontato ieri pomeriggio dal commissario Sergio Venturi, già allarmante, è purtroppo un dato parziale. Proprio Parma ha pianto in un giorno 34 vittime, e mentre la curva del contagio lombardo – per fortuna – si schiaccia leggermente, quella emiliano-romagnola continua a puntare verso l’alto, come quelle di Piemonte e Toscana. Mercoledì 18 marzo è stato il giorno delle 67 vittime, di cui sei a Modena; e secondo Livio Fenga dell’ISTAT i casi ancora non scoperti nella nostra regione sarebbero 12mila, in base a un modello statistico che conterebbe già più di 100mila contagiati reali con sintomi lievi o nulli nel resto del Paese. In teoria la curva degli aumenti giornalieri dovrebbe cominciare a schiacciarsi a partire dal weekend, soprattutto tra Piacenza e Modena e nella bassa Romagna, proclamate “zona arancione” già l’8 marzo, per poi fare lo stesso nell’area tra Bologna e Forlì-Cesena a metà della settimana prossima, essendo quella parte tra Emilia e Romagna chiusa solo dall’11. Un successivo aumento dei casi riscontrati riguarderà i tamponi sul personale sanitario, che a giorni decolleranno fino a 5mila al giorno, e poi sui pazienti asintomatici: lusso che per ora solo il Veneto, tra le regioni fortemente colpite, si è potuto permettere perché il suo focolaio è meno esteso, mentre le energie nostre e della Lombardia sono ancora tutte convogliate sui casi con sintomi soprattutto gravi. La Sanità regionale conta su questa dinamica e si prepara ad incassare nuovi duri colpi per sei-otto giorni – questo dice l’aumento dei posti letto in Terapia Intensiva, più di 200 già occupati e ad oggi 540 disponibili; se arriverà la flessione allora anche gli ospedali vedranno alleggerito il proprio carico; ma è certo che da oggi e per una settimana sarà proprio l’Emilia-Romagna il centro dell’emergenza nazionale per il Coronavirus.
Emilia Romagna emergenza Lombardia decessi coronaviusEmergenza coronavirus, Emilia Romagna ora al centro dell’attenzione. VIDEO
19 marzo 2020Rimane la Lombardia la zona più critica, ma la crescita costante dei nuovi casi in regione crea un nuovo allarme