SANT’ILARIO D’ENZA (Reggio Emilia) – “Siamo a metà strada tra Reggio e Parma, abbiamo una stazione ferroviaria, il casello autostradale, questa è una terra in cui c’è molto lavoro, ma c’è anche povertà, soprattutto culturale, a cui noi siamo chiamati a fare fronte”. Così dice Anna Giangrandi vicesindaco del comune di Sant’Ilario e assessore ai servizi sociali.
Sant’ilario d’Enza, per la sua collocazione geografica, rappresenta dunque una sorta di snodo dello spaccio di stupefacenti sull’asse Parma-Reggio e nella Val d’Enza. E’ quanto emerge di frequente dalle cronache e dagli interventi dei carabinieri, carabinieri che nel novembre 2020, ad esempio, avevano sgominato l’attività di una rete di pusher che piazzava la droga in tutta la Val d’Enza. 17 i denunciati in quell’occasione, tutti ragazzi tra i 17 e i 25 anni. Per affrontare il fenomeno della diffusione degli stupefacenti in quest’area della provincia reggiana e più in generale delle dipendenze anche ad esempio dal gioco d’azzardo, il Comune di Sant’Ilario ha avviato una ricerca le cui finalità sono state presentate nell’ambito di un convegno ospitato al centro culturale Mavarta. La ricerca oltre che dal vicesindaco Giangrandi è stata promossa dall’assessore alla sicurezza Fabrizio Ferri: “Questa è una ricerca importante anche per il lavoro futuro che faremo con tutti i soggetti coinvolti”.
In base agli ultimi dati disponibili, nel 2021 i residenti di Sant’Ilario in cura al servizio dipendenze di Montecchio per droghe e farmaci erano 32, 3 quelle per il gioco e 9 quelle per alcol, dati in linea con i due anni precedenti. L’obiettivo dell’amministrazione è quello di dare vita a seguito di questa ricerca, a un osservatorio permanente sulle dipendenze nell’area santilariese.
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