REGGIO EMILIA – La droga: 34 chili di marijuana e 3 di cocaina, stipata persino nella plafoniera di un citofono. E poi denaro, tanto e tutto in contanti che veniva nascosto sulle auto e trasportato per pagare lo stupefacente. Oltre 79mila euro erano stati trovati nascosti in un’auto fermata in Veneto. Un traffico di droga e di soldi ricavati dallo spaccio che, dalla via Emilia, arrivava in Albania.
L’operazione svolta ieri dalla polizia reggiana ha riguardato anche Modena, Bologna, Brescia, Ferrara, Parma e Varese. Indagine partita nel 2014 dallo spaccio al minuto alle ex Reggiane e che ha risalito la catena del narcotraffico arrivando ai livelli più alti. Il capo dell’organizzazione era già detenuto per una condanna a 11 anni e mezzo ed è stato raggiunto in carcere da una nuova misura cautelare.
L’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, dal procuratore Giuseppe Amato e dal pubblico ministero Roberto Ceroni (della procura di Bologna) e svolta dagli agenti della squadra mobile della questura reggiana, guidata da Guglielmo Battisti, ha visto diverse perquisizioni condotte con le unità cinofile anti droga e anti esplosivo per la sospetta presenza di armi. Sono gli sviluppi anche di una precedente indagine svolta sempre dalla squadra mobile reggiana datata gennaio 2021 e che aveva portato all’emissione di 19 misure di custodia cautelare per lo spaccio tra Reggio e Modena.
Gli ultimi arresti su mandato del gip del tribunale felsineo sono a carico, oltre al presunto capo, di altre tre persone: un albanese residente a Ferrara di 45 anni, un magrebino di 46 anni residente tra Reggio e Parma, un italiano sempre di 46 anni residente a Bologna, tutti con precedenti. Devono rispondere di riciclaggio invece un uomo di 27 anni e una donna di 37, entrambi incensurati e per questo adatti a non suscitare sospetti nel caso di controlli stradali mentre in effetti trasportavano un fiume di denaro.
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