BOLOGNA – La Regione Emilia Romagna ha deciso di destinare subito 10 milioni di euro, in aggiunta ai contributi di ristoro previsti dal Governo, agli operatori economici e ai settori in difficoltà, decidendo insieme alle stesse categorie e agli Enti locali le misure del sostegno. Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, oggi in Assemblea legislativa è intervenuto per fare il punto sulla situazione Covid-19 in Emilia-Romagna. L’andamento dei contagi, le azioni già intraprese e previste per contrastare la pandemia, gli interventi necessari per sostenere sul piano economico, sociale e del lavoro le categorie che hanno dovuto chiudere o limitare l’attività sono stati i temi toccati dalla relazione. Poi l’appello “all’unità a tutte le istituzioni e le forze politiche – perché il contrasto alla pandemia è la priorità – e il no assoluto ai delinquenti nelle piazze”, perché se la protesta è legittima, non può esserci alcuno spazio per la violenza.
“Siamo di fronte a un momento difficilissimo e a una sfida eccezionale, tutti dobbiamo concorrere all’unità del Paese, ciascuno per il proprio ruolo – ha affermato Bonaccini – La Regione continuerà nell’impegno e nel lavoro svolto sin qui su tutti i fronti, da quello sanitario a quello economico e sociale, con il metodo dell’ascolto e del confronto che è proprio del nostro modo di fare politica e del tessuto sociale e umano dell’Emilia-Romagna. C’è bisogno di nuove risposte, anche economiche, robuste e veloci, e non ci tireremo indietro”.
Nel ricordare che con l’ultimo Dpcm il Governo ha dato ascolto alla richiesta delle Regioni di prevedere, contestualmente alle nuove limitazioni, misure di ristoro economico per tutte le attività coinvolte, il presidente ha però sottolineato l’importanza del fattore tempo, determinante quanto quello economico: “Le risorse stanziate devono arrivare molto rapidamente e con modalità semplici, perché tante attività sospese o comunque fortemente limitate erano già allo stremo”.
Bonaccini ha anche insistito sulla necessità di un confronto continuo, affiancandolo però al netto rifiuto verso ogni forma di contestazione violenta: “Non riconosco alcun titolo, legittimità e diritto di cittadinanza alla violenza cui abbiamo assistito in questi giorni in città fuori dall’Emilia-Romagna: chi distrugge vetrine, saccheggia negozi e aggredisce le forze di polizia non è portatore né di un disagio né del sacrosanto diritto dei titolari di impresa di vedersi riconosciuti nelle proprie esigenze. Dico anzi: fuori i delinquenti comuni dalle nostre piazze, stiano lontane organizzazioni parapolitiche che nulla hanno di democratico dalla legittima e pacifica protesta dei cittadini”.