Demoskopica: “La sanità dell’Emilia Romagna è prima in Italia”. VIDEO

BOLOGNA – Mentre prosegue l’impegno più difficile, per contrastare la pandemia da coronavirus, una medaglia di valore al sistema sanitario emiliano-romagnolo primo in Italia, per efficienza, secondo l’indagine realizzata dall’Istituto Demoskopica. Seguono Trentino Alto Adige e Veneto. Un podio conquistato dall’analisi dell’Indice di performance sanitaria 2020 che poggia su 8 indicatori e che, per l’Emilia-Romagna, vale 10.7,7 punti. Tra i parametri considerati ci sono: soddisfazione per i servizi sanitari, mobilità attiva, mobilità passiva, risultato d’esercizio, disagio economico delle famiglie, spese legali per liti da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, democrazia sanitaria e speranza di vita. L’Emilia-Romagna risulta la meno toccata dal “disagio economico”, ovvero la difficoltà manifestata dalle famiglie che hanno dichiarato di non poter affrontare, in alcuni periodi le spese necessarie, per curarsi. Se a livello nazionale nel 2019 i nuclei familiari più ‘fragili’ sono stati oltre 1,6 milioni, in regione si è registrato il numero più basso: 1,9% sul totale. Secondo Demoskopica all’Emilia-Romagna quindi va, anche in questa graduatoria parziale, il ranking migliore, con un punteggio di 112,7. Capitolo ‘mobilità sanitaria’: per quanto riguarda quella ‘attiva’, in numeri assoluti, l’Emilia-Romagna, con 109mila ricoveri extra-regionali, è al secondo posto tra le regioni che attraggono più pazienti non residenti dopo la Lombardia. Sulla mobilità “passiva”, con il 6,4%, registra uno tra i rapporti minori di ricoveri fuori regione dei residenti sul totale dei ricoveri, collocandosi al terzo posto, con un punteggio di 108,4. “Non possiamo che essere orgogliosi per questa indagine – commentano il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini – al di là delle classifiche, quel che conta per noi è la salute dei cittadini. Per questo continuiamo a potenziare la rete dei servizi sanitari ospedalieri e di prossimità territoriale e a incrementare il personale sanitario. Lo abbiamo fatto con oltre 23mila assunzioni negli ultimi cinque anni”.