BOLOGNA – Uno choc senza precedenti per l’economia emiliano romagnola. Lo certifica l’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera nel primo semestre, redatta in collaborazione tra Unioncamere, Cinfindustria Emilia-Romagna e Intesa San Paolo. La pandemia ha provocato la più profonda caduta della produzione mai sperimentata, prima in modo diretto con il lockdown poi per il crollo dell’export quanto il contagio si è spostato. Dopo la discesa del 10,4% nel primo trimestre, nel secondo il volume della produzione è crollato del 19,4%”. Dati che dimostrano quanto sarebbe negativo ora un altra chiusura, in fondo le aziende hanno applicato i protocolli contenento il virus spiega Pietro Ferrari in videoconferenza, invitando piuttosto il governo a intervenire.
Nel dettaglio, l’arretramento, è evidente in tutti i settori industriali. Contenuto il passo indietro dell’alimentare (-8,4% il fatturato) mentre chi sta peggio è il sistema moda con un crollo del fatturato totale del 32,4%. Fatturato in calo del 27% per l’industria del legno e del mobile, del 20,4% per l’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche. Gli investimenti sono fermi, mentre il mondo del credito ha immesso liquidita per quasi 9 miliardi alle pmi regionali. A giugno un terzo degli imprenditori era ancora fiducioso per il semestre successivo: dato che oggi con ogni probabilità potrebbe cambiare l’avanzata della seconda ondata di contagi.
Crolla la produzione industriale della manifattura emiliano romagnola. VIDEO
9 ottobre 2020Lo rileva l’analisi congiunturale sul primo semestre 2020. “Occorre generare lavoro, non elargire sussidi” afferma il presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari