BOLOGNA – L’Emilia Romagna ha fondate speranze di entrare in fascia verde (o gialla come ha registrato l’evoluzione della giornata, comunque quella con meno restrizioni). Si attende a ore la conferma. La battaglia è stata condotta ieri e nella notte dal presidente Stefano Bonaccini, in isolamento e positivo al Covid, che ha guidato la trattativa col Governo in un difficilissimo braccio di ferro. L’Emilia Romagna ha un rapporto tra nuovi positivi e contagi che ieri s’è fermato all’8%, la metà di quello nazionale, oltre a buone performance sulla tenuta degli ospedali. Resta però il problema dell’Rt a 1,6, oltre il livello di guardia stabilito dall’Istituto superiore di sanità. Un dato che per tutto il giorno ha fatto oscillare l’Emilia Romagna in fascia arancione. Conte ha firmato il Dpcm nella notte, oggi si saprà in quale delle tre fasce (rossa, arancione, verde) verranno collocate le regioni.
I segnali che arrivano fanno propendere alla fascia verde, con gran sollievo nel caso di bar e ristoranti altrimenti costretti a chiudere. Il coprifuoco, che sarà valido su tutto il territorio nazionale, è fissato alle 22 (invece che alle 21 come chiedevano i rigoristi) fino alle 5. Scattano nuove misure che entreranno in vigore domani e che saranno valide fino al 3 dicembre, tra cui l’obbligo di mascherine anche nelle scuole elementari, la chiusura dei centri commerciali di medie e grandi dimensioni nei week end e trasporto pubblico al 50%. Il sindaco di Bologna Virginio Merola ha dichiarato che “bisogna dire ai cittadini che ci aspettano mesi molto duri. Non è questo il tempo che avrei voluto vivere ma io farò quello che dice questo decreto. Libertà fa rima con responsabilità. Quel che spero è che si crei un sistema di intervento deciso una volta per tutti”. La verde è la zona con regole meno rigide ma comunque più restrittive rispetto al decreto dello scorso 24 ottobre. Il “coprifuoco” scatta alle 22. Da quel momento – e fino alle cinque del mattino – è vietato uscire di casa, salvo motivi di salute o lavoro. Alle scuole superiori, ci sarà la didattica a distanza al 100%. Nel trasporto pubblico, è prevista una capienza dimezzata: 50 per cento su bus, metro e treni regionali. I centri commerciali sono chiusi nel weekend e nei giorni festivi. Si fermano anche i musei, le mostre, le sale bingo. Bloccate le crociere.
Vengono sospesi i concorsi pubblici, anche quello della scuola con l’eccezione di quelli che riguardano il personale della sanità. Sarà consentito l’accesso ai parchi, sempre rispettando la regola del distanziamento di un metro. Peggio decisamente se la regione dovesse capitare in zona arancione dove ci sarà un inasprimento delle regole rispetto alle zone verdi. Bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie qui resteranno chiusi sempre e non più solo dopo le 18. Sono salvi però parrucchieri e centri estetici. Dovrebbe essere vietato ogni spostamento in un comune diverso da quello di residenza o domicilio, salvo comprovate ragioni di lavoro, studio, salute.
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